WHEN TOMORROW COMES
T. it.: Vigilia d’amore; Sog.: dal racconto “A Modern Cinderella” di James M. Cain; Scen.: Dwight Taylor; F.: John J. Mescall; M.: Milton Carruth; Scgf.: Jack Otterson, Martin Obzina; Su.: Bernard B. Brown, Joe Lapis; Dir. Mu.: Charles Previn; Ass. R.: Joseph A. McDonough; Cost.: Vera West, Howard Greer; Int.: Irene Dunne (Helen), Charles Boyer (Philip André Chagal), Barbara O’Neil (Madeleine), Onslow Stevens (Holden), Nydia Westman (Lulu), Nella Walker (Mrs. Dumont), Fritz Feld (Nickolas), Harry C. Bradley (vicario), Milton Parsons (organista); Prod.: John M. Stahl Productions, Universal Pictures 35mm. L.: 2508 m. D.: 92’. Bn.
Scheda Film
Dal momento che riprende l’idea della coppia che si rifugia nella chiesa inondata e in seguito ad alcune dichiarazioni imprudenti di Douglas Sirk, che ne girò una versione abbastanza insipida nel 1957, questo film è spesso presentato come adattamento di “Serenade”. In realtà, James Cain propose un giorno al redattore capo di Collier’s una versione moderna di Cenerentola. La rivista rifiutò il manoscritto, probabilmente perché, secondo l’autore, concedeva troppo spazio alle lotte sindacali. L’opera fu pubblicata solo nel 1952 con il titolo “The Root of His Evil”. Ma nel 1937 Cain aveva venduto i diritti alla Universal che incaricò James Stahl di farne un film. La gestazione dell’opera fu laboriosa: alla sceneggiatura lavorarono più di venti scrittori, e all’inizio delle riprese non era ancora pronta. Malgrado gli enormi scarti di tono, il regista riuscì a mantenere una coerenza accettabile. «Preferendo sempre osservare i propri personaggi da una certa distanza per poterli spiegare meglio, piuttosto che analizzarli da vicino per giustificarli o condannarli, Stahl esprime la concezione hollywoodiana classica dell’amore visto come paradiso, ma solo per dimostrare come questo paradiso confini inevitabilmente con l’inferno dell’altra donna [Madeleine], e non può che trasformarsi in un limbo» (Tom Milne, Monthly Film Bulletin, Nov. 1981). Nel 1939 il film ottenne l’Oscar per il miglior sonoro.
Jean-Marie Buchet – Cinématèque Royale de Belgique