VOLTATI EUGENIO
T. int.: Eugenio. Sog., Scen.: Luigi Comencini, Massimo Patrizi. F.: Carlo Carlini. M.: Nino Baragli. Scgf.: Paola Comencini. Mus.: Fiorenzo Carpi. Int.: Saverio Marconi (Giancarlo), Dalila Di Lazzaro (Fernanda), Francesco Bonelli (Eugenio), Memè Perlini (Baffo), Bernard Blier (nonno Eugenio), Dina Sassoli (nonna Anna), Gisella Sofio (nonna Edvige), José Luis de Villalonga (Tristano). Prod.: Achille Manzotti per Intercontinental Film Company, Les Films du Losange, Gaumont. DCP. D.: 105’. Col.
Scheda Film
“Perché si fanno figli? Alla famiglia non servono, la società non li vuole. Io lo so perché li fate: per fotografarli, per dargli le pacchettine sulla faccia, per portarli a spasso, per fargli i Super8, per paragonarli agli altri bambini. Come i cani”. Così un personaggio di Voltati Eugenio, forse il film che rende più chiaro il legame tra la visione amarissima della società italiana e lo sguardo sui bambini di Comencini. Eugenio, dieci anni, è in auto con un amico dei genitori, il balordo umorista Baffo, che dovrebbe accompagnarlo all’aeroporto. Dopo uno screzio, Baffo lo abbandona per strada e i genitori si mettono alla sua ricerca. Frattanto in flashback vediamo la trascuratezza, la solitudine, l’abbandono in cui il bambino è stato lasciato da sempre. Dopo L’ingorgo, film apocalittico su un’umanità che si autodistrugge, tomba della commedia all’italiana ma con un fondo di umanesimo e di pietà, qui il regista sembra parlare dei disastri dei figli del ’68 diventati genitori, in anni in cui ogni spinta del movimento giovanile è già spenta. Nessun tono lamentoso: piuttosto una ballata surreale e malinconica accompagnata dalla musica di Fiorenzo Carpi (assai simile a quella di Cría cuervos, 1977, di Carlos Saura). Comencini non salva nessuno, tanto meno la generazione più anziana, anche se comprende le ragioni di quasi tutti (tranne i nonni borghesi di mezza età). Guardare i bambini significa per lui guardare anche i rapporti di classe (i ricchi, gli ex contadini, i sottoproletari) e di genere (acutissime le dinamiche tra le coppie). In questo film, essere dalla parte dei bambini significa anche, in fondo, essere un po’ anarchici.