VITA DA CANI
Sog.: Mario Monicelli, Steno. Scen.: Sergio Amidei, Aldo Fabrizi, Ruggero Maccari, Mario Monicelli, Steno, Fulvio Palmieri, Vittorio Nino Novarese. F.: Mario Bava. M.: Mario Bonotti. Mus.: Nino Rota. Int.: Aldo Fabrizi (cavalier Nino Martoni), Gina Lollobrigida (Margherita), Delia Scala (Vera), Tamara Lees (Franca), Bruno Corelli (Dedè Moreno), Enzo Furlai (Renato Borselli), Giovanni Barrella (impresario), Enzo Maggio (Gigetto), Michele Malaspina (commendator Cantelli), Aldo Giuffrè (barista), Marcello Mastroianni (Carlo Danesi). Prod.: Carlo Ponti Cinematografica. DCP. Bn.
Scheda Film
A far concorrenza alla produzione indipendente di Alberto Lattuada e Federico Fellini, Luci del varietà, il produttore Carlo Ponti mette in cantiere un altro film sulle compagnie di avanspettacolo. Ne nasce una delle migliori commedie del periodo, che comincia come un mélo e termina amaramente, piena di osservazioni acute su forme di spettacolo che stavano scomparendo e su un’Italia di provincia, ancora contadina ma ideologicamente divisa (come mostra un episodio irresistibile) tra cattolici e comunisti. Aldo Fabrizi, capocomico di una compagnia di varietà scalcinata e affamata, è il perno della storia, ma come sempre spiccano anche le figure secondarie, e soprattutto le donne: la deliziosa Delia Scala, Tamara Lees, ‘cattiva’ dei melodrammi dell’epoca che ribalta il proprio personaggio abituale, e Gina Lollobrigida in uno dei primi ruoli da protagonista, capace di dividersi tra la maschera di ingenua e scatenati numeri di varietà.
Racconta Monicelli: “Grazie ad Aldo Fabrizi in Vita da cani riuscimmo a trattare il mondo dell’avanspettacolo che ci interessava molto. Fabrizi collaborò alla sceneggiatura perché aveva moltissimi aneddoti e ricordi personali. Lui in Vita da cani rifà un po’ se stesso e un po’ si ispira ad altri attori più o meno noti che non avevano avuto fortuna. Collaborò anche Amidei, che conosceva bene quel mondo. Quando lo facemmo non sapevo che Lattuada e Fellini stavano girando Luci del varietà, né loro sapevano del nostro film”.
Emiliano Morreale
Leggi la recensione su Cinefilia Ritrovata