UIRÁ, UM ÍNDIO EM BUSCA DE DEUS

Gustavo Dahl

T. int.: Uirá, an Indian on the Search for God. Sog.: dallo studio antropologico Uirá vai ao encontro de Maira – as experiências de um índio urubu-kaapor que saiu à procura de Deus (1957) di Darcy Ribeiro. F.: Rogério Noel. M.: Gilberto Santeiro, Emma Menenti. Scgf.: Francesco Tullio Altan. Int.: Érico Vidal (Uirá), Aria Maria Magalhães (Katai), Gustavo Dahl, João Capitão. Prod.: Alter Filmes, Ltda, Rai. DCP. D.: 86’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Cineantropologia – pratica linguistica moderna per eccellenza. Uirá, storia di un indio che parte alla ricerca di Dio, rara cosmogonia del nostro cinema, è un film strutturato in piani medi, secondo i ritmi di una sintesi prodotta dal montaggio dialettico di umanisti come Rossellini e Bresson e materialisti storici come Brecht. Scorrendo senza gli incidenti fenomenologici di un fiume naturalistico, Uirá, dalla teoria pura del cinema universale alla specificità culturale, conclude un altro ciclo del cinema brasiliano moderno, iniziato dopo il 1968 con un film anch’esso indianista. Como era gostoso o meu francês, di Nelson Pereira dos Santos. […] Uirá impiega magistralmente le teorie generali del Cinema Novo e reimmerge l’attore nella realtà, apre strade che si sottraggono alla confusione compiacente tra repressione e creazione, indica il reale come oggetto rivelato dal discorso che integra informazione scientifica e trascendenza poetica. Uirá è il funerale di una civiltà che – come ricorda Sérgio Buarque de Hollanda – non ha avuto la forza di mobilitare la propria storia. Da allora, gli indios si trasformano in nemici appartenenti a un’altra Storia, che canta le sue glorie sul sangue. In tupi e portoghese – dato che gli attori recitano in una lingua spogliata di ogni drammaticità concettuale – Uirá lamenta, col rigore dei moralisti, la mancanza di generosità di coloro che hanno conquistato in nome della Fede e dell’Impero. Gustavo interpreta il funzionario del Servizio di protezione degli indios: il suo discorso, con l’umiltà dei grandi artisti che non si vergognano di contrarre le malattie del loro popolo, attribuisce la violenza ai suoi responsabili. Morte le civiltà indios, gli umanisti offrono ai sopravvissuti i piccoli conforti della loro società. Uirá si getta dall’auto nel mare, nuota come Taris in un viaggio che inizia da Jean Vigo e termina nel mito omerico dei coraggiosi guerrieri risorti.

Glauber Rocha, Saggi e invettive sul Nuovo Cinema, ERI, Torino 1986

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2025 da Rai Teche in collaborazione con Rai Cultura ed Educational/Fuori orario. Cose (mai) viste presso il laboratorio Rai Teche – Digitalizzazione, supporti e preservazione di Torino, a partire da una copia positiva 16mm