TOMORROW IS ANOTHER DAY
Sog.: Guy Endore. Scen.: Art Cohn, Guy Endore. F.: Robert Burks. M.: Alan Crosland Jr. Scgf.: Charles H. Clarke. Mus.: Daniele Amfitheatrof. Int.: Ruth Roman (‘Cay’ Higgins), Steve Cochran (Bill Clark/Mike Lewis), Lurene Tuttle (Stella Dawson), Ray Teal (Henry Dawson), Bobby Hyatt (Johnny Dawson), Morris Ankrum (Hugh Wagner), John Kellogg (Dan Monroe), Lee Patrick (Janet Higgins). Prod.: Henry Blanke per Warner Bros.. DCP. D.: 91’. Bn.
Scheda Film
Tomorrow Is Another Day è un titolo così sbagliato che non sorprende che il film sia sfuggito alla rivalutazione critica e al pubblico. Ed è un vero peccato, perché trabocca di delizie di stile e sentimenti profondi. La premessa degli ‘amanti in fuga’ suonerà familiare a chiunque conosca Sono innocente di Lang, La donna del bandito di Ray, La sanguinaria di Lewis o Fiori nel fango di Sirk. Anzi, Samuel Fuller, autore della sceneggiatura di Fiori nel fango, avrebbe potuto far causa per plagio, dato che buona parte di Tomorrow Is Another Day sembra prelevata di peso dal suo lavoro, di due anni precedente. Ma non è la storia a rendere speciale il film, è la regia di Feist. Il quale aveva già mostrato di essere portato per le situazioni esplosive in spazi ristretti nei B-movie The Devil Thumbs a Ride e The Threat, ma questo titolo della Warner Bros. era nato con ambizioni maggiori, essendo stato scritto su misura per John Garfield. Il ruolo del protagonista maschile andò a Steve Cochran, abituato a ruoli secondari di macho sexy e sinistro in film come La furia umana, I dannati non piangono e La setta dei tre K. Qui offre un’interpretazione inquieta e vulnerabile, ed è forse per questo che Antonioni lo scelse come protagonista del dramma esistenziale Il grido. La coprotagonista Ruth Roman era apparsa in film importanti senza mai interpretare un personaggio memorabile. Qui da il meglio di sé nei panni della cinica ballerina Cay Higgins, una donna dura come il marmo che si apre lentamente alla possibilità della dolcezza e dell’affetto. Il direttore della fotografia Robert Burks, che aveva appena girato L’altro uomo di Hitchcock, mostra tutta la sua abilità nel gestire angolazioni complesse e nell’integrare le scene girate in esterni con i trasparenti. Insieme a Feist escogita numerose scene eccitanti e inaspettate. Non potrete più vedere un camion che trasporta automobili senza pensare a questo film. Non è un film rivoluzionario, è più simile a uno standard jazz interpretato con originalità e sentimento, in chiave minore. È un viaggio che avete già fatto, ma questa volta è memorabile e rivelatore. È il film migliore di Feist.
Eddie Muller