THE STRANGE LOVE OF MARTHA IVERS

Lewis Milestone

Sog.: dal racconto Love Lies Bleeding di John Patrick. Scen.: Robert Rossen. F.: Victor Milner. M.: Archie Marshek. Scgf.: Hans Dreier, John Meehan. Mus.: Miklos Rozsa. Int.: Barbara Stanwyck (Martha Ivers), Van Heflin (Sam Masterson), Lizabeth Scott (Toni Maracek), Kirk Douglas (Walter O’Neill), Judith Anderson (Miss Ivers), Roman Bohnen (Mr. O’Neill), Darryl Hickman (Sam da ragazzo), Janis Wilson (Martha da ragazza), Ann Doran (Bobbi St. John), Frank Orth (impiegato dell’hotel). Prod.: Hal Wallis Productions. DCP. D.: 116’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

L’unico noir di Milestone è una naturale evoluzione delle qualità vi­sive che il regista aveva affinato sin dall’era del muto. Le sue cifre stilisti­che – pioggia battente, luci soffuse, minacciosi skyline urbani e interni soffocanti – sono ora al servizio di una sceneggiatura di Robert Rossen (alla terza collaborazione con Milestone) che esplora il tema della corruzione legata al potere.
Ambientato a Iverstown, che prende il nome da una famiglia di industriali, il film si apre con un prologo lungo e gotico che vede protagonisti tre amici d’infanzia: la nevrotica Marta Ivers, cresciuta orfana sotto il giogo di una zia dispotica; Walter, borghese confor­mista, cresciuto all’ombra di un padre convinto che l’ubbidienza servile agli Ivers garantirà il successo del figlio; e Sam, un ribelle dei bassifondi che so­gna di fuggire. I tre vengono segnati dai traumi psicologici dell’infanzia, che alimentano la dimensione labirin­tica della trama. Diciotto anni dopo sono diventati Barbara Stanwyck, ma­nipolatrice ape regina che governa la città e si ritrova sposata con Walter; un esordiente Kirk Douglas nei pan­ni di quest’ultimo, divenuto un pate­tico procuratore generale con il vizio dell’alcol; e Van Heflin nel ruolo di Sam, reduce di guerra dedito al gioco d’azzardo, che ha sviluppato un senso morale leggendo l’unico libro disponi­bile durante le solitarie notti trascorse in camere d’albergo, la Bibbia. Entra in scena Toni (interpretata da Lizabeth Scott), la nuova fiamma di Heflin, un’ex taccheggiatrice in cerca di reden­zione nell’irredimibile Iverstown.
Il ritorno in città di Sam dopo due decenni riporta a galla emozioni e pau­re che si fondono in una mescolanza di lussuria, sospetto e tradimento. Ciò che manca al film, tuttavia, è un’esplo­razione complessa della sessualità, che Milestone non fu mai particolarmente bravo a gestire. Maria è una vittima di traumi infantili e subdoli ricatti o una femme fatale psicopatica? Questa incertezza si sposa per certi versi alla trama tortuosa che si conclude con una scena a tinte forti, rispecchiando il titolo originale del racconto da cui era tratto il film, Love Lies Bleeding: l’amore giace sanguinante, fino a mo­rire dissanguato.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus.

Restaurato nel 2020 da Paramount Pictures
in collaborazione con Pro-Tek Media Preservation Services.