THE PHANTOM OF THE OPERA
R.:Rupert Julian. S.: basato sull’omonima novella di Gaston Leroux. Sc.: Elliott Clawson, Frank McCormack (dialoghi).F.: Charles Van Anger. In.: Lon Chaney (Erik, il fantasma), Mary Philbin (Christine Daae), Norman Kerry (Raoul de Chagny), Snitz Edwards (Florine Papillon), Arthur Edmond Carewe (il persiano), Virginia Pearson (Carlotta). P.:Universal. D.: 101
Scheda Film
Adattamento dell’omonimo romanzo popolare scritto dal francese Gaston Leroux, questa produzione fantastica, a grande budget, creòla leggenda del Fantasma dell’Opera. Mai, forse, lo spettacolo hollywoodiano fu meglio realizzato. Tutti i mezzi furono utilizzati, compreso ilcolore: la celebre sequenza del ballo in maschera nel foyer dell’Opéra de Paris fu in effetti la prima sequenza della storia del cinema a utilizzare il procedimento Technicolor. La riproduzione dell’Opéra de Paris e dei suoi cinque piani fa ormai parte della storia della scenografia cinematografica. Fu riprodotta in maniera cosìfedele alla scala originale, che, per accoglierla, fu necessario costruire uno studio cinematografico apposito. The Phantom of the Operaconobbe un tal successo al botteghino che fu rilanciato nel 1929 in una versione ridotta e sonorizzata. Nel 1950 il Film Departement dell’International Museum of Photography at George Eastman House ne acquistòuna copia su supporto di sicurezza, tratta dal negativo originale nitrato prima che andasse distrutto. Quella copia era il solo materiale di buona qualitàsopravvissuto al mondo. Per vent’anni venne accuratamente conservato nei depositi della George Eastman House, che nel 1979 diede inizio al restaurò. Un nuovo negativo acetato fu allora ottenuto grazie alla piùrecente tecnologia di stampa ottica sotto liquido. Infine, nel 1988, la UCLAFilm & Television Archives depositòalla George Eastman House la sequenza colorata, miracolosamente sopravvissuta ai danni del tempo, che fu integrata al nuovonegativo del film, ricostituendo cosìl’integritàdell’opera di Julian.“L’ultimissimo dei kolossal prodotti dalla Universal èprobabilmente il piùefficace produttore di incubi che sia stato mai proiettato su uno schermo cinematografico. Se il film riesce a guadagnare tanti dollari quante sono le ore di insonnia che procura nel pubblico, allora la Universal ha fra le mani un campione di incassi”. (Variety, 9 settembre 1925). “The Phantom of the Opera, il super-film di Carl Laemmle, che Rupert Julian ha tratto dal famoso romanzo di Gaston Leroux, con Lon Chaney nel sinistro ruolo del Fantasma, ha avuto domenica scorsa la sua prima mondiale a San Francisco, al Curran Theatre, dove ha infranto tutti i precedenti record di incasso ed èstato acclamato dal pubblico dalla critica.I critici cinematografici di San Francisco si sono detti particolarmente entusiasti del Phantom, salutandolo some uno dei migliori kolossal mai prodotti. Dudley Nichols del San Francisco Calllo ha definito “un capolavoro epocale”. Il suo collega del San Francisco Heraldha aggiunto: “Un film dall’immensa capacitàdi suggestionare il pubblico”. Thomas Nunan dell’Examinerha lodato la produzione sottolineando che “il film ha dimostrato di meritarsi ampiamente la grande anteprima di San Francisco e le lodi con le quali èstato accolto”. (Moving Picture World, 9 maggio 1925)“Le scene piùimportanti del Phantomsono girate a colori, come la scena del ballo in maschera, con migliaia di attori ed attrici abbigliati con bellissimi costumi. […] Gli effetti speciali creati dai tecnici della Universal aggiungono mistero e bellezza a molte scene. […] Lon Chaney ha dato vita ad un’interpretazione decisamente superiore per immaginazione, per capacitàdi sconvolgere il pubblico, per grande fascino, ad ogni sua precedente apparizione. Gli scenografi della Universal si sono spinti al limite delle umane possibilità. Negli studi dell’Universal hanno eretto una riproduzione esatta dell’interno dell’Opéra di Parigi, costruita su una struttura alta quattro piani, in cui il gran palcoscenico, le quinte, gli oscuri magazzini sotterranei formano uno sconvolgente labirinto di scenografie”. (Moving Picture World, 1°agosto 1925)The Phantom of the Operaèdivenuto, negli anni successivi alla sua distribuzione, uno dei film piùricordati del cinema muto e uno dei film horror piùcitati e importanti di tutti i tempi. […] Anche Jean Cocteau, per il suo La bella e la bestia(1946), ne èstato influenzato, facendo un uso molto efficace di simboli derivati dal Phantom, come il cavallo e le immagini riflesse. […]Il film venne prodotto in un’aura di segreto e di mistero, che scatenòinevitabilmente un gran numero di voci riguardanti misteriosi fatti accaduti “dietro le quinte”, scontri di personalitàe problemi tecnici. […] Nonostante la Universal avesse pubblicizzato il film come d’abitudine, non furono distribuite fotografie del Fantasma. Questo fatto accrebbe ulteriormente l’impatto del film, visto che il volto del Fantasma non viene rivelato se non a metàdel film. Nella scena forse piùdrammatica e scioccante di tutti i film di Lon Chaney, l’eroina solleva la maschera dal suo viso e svela il volto grottesco del Fantasma. Questo sconvolgente effetto visivo fu ottenuto grazie ad un make-up accuratissimo, che venne poi accentuato dall’uso dell’illuminazione. […] La prima metàdel film cerca di creare un’atmosfera che porti il pubblico ad immaginare i motivi che spingono la misteriosa creatura che abita il Teatro. Le sue apparizioni nel corso del film sono fuggevoli e creano un senso di suspense, accresciuta dal fatto che il suo volto ècoperto da una maschera che rivela quel tanto che basta a far immaginare che sotto di essa si nasconda qualcosa di ancora piùorribile e spaventoso. (…) Quando la creatura, ormai senza maschera, si volta verso la ragazza, la macchina da presa lo riprende dal punto di vista di lei, mostruoso e sfuocato, mentre si avvicina lentamente. Èuno dei grandi momenti di terrore del film. Chaney interpreta il proprio personaggio in modo da accentuare sapientemente lo shock prodotto dallo svelamento del suo volto. Le azioni del Fantasma sono complesse nelle loro motivazioni, una curiosa mescolanza di passione desiderio di vendetta e persino amore paterno. Così, lo spettatore èconfuso dallo suostesso sentimento di identificazione. Da una parte simpatizza per Erik, il Fantasma, dall’altro spera che Christine venga salvata dal pericolo”. (Linda Edgington in Hagill’s Survey of Cinema: Silent Films)Lon ChaneyLa carriera di Len Chaney culminòconThe Phanton of the Opera. Nato da genitori entrambi sordomuti, cominciògiovanissimo nel mondo dello spettacolo, eccellendo subito nella pantomima. Divenne ballerino, poi comico, poi attore nei varietà, comparsa nei westem, e, infine, regista e star cinematografica.Interpretòsoprattutto la parte del mostro utilizzando con maestria il trucco. Quando morì, all’etàdi quarantasette anni, aveva recitato in centocinquanta film, interpretando i ruoli del gobbo, del guercio, del vampiro…La torture che si inflisse per ricoprire certi ruoli sono entrate nella leggenda. Nella sua parte piùcelebre, quello del fantasma in The Phantom of the Opera, raccolse una sfida titanica. Infatti, Gaston Leroux aveva scritto nel suo romanzo che il volto del protagonista evocava“la maschera della Morte, che all’improvviso inizia a vivere, per esprimere, attraverso quattro buchi neri, gli occhi, la bocca, il naso, la collera piùestrema, il furore supremo di un demone”. Sostenitore del trucco e non delle maschere (fu lui a redigere la voce sulla truccatura nella quattordicesima edizione dell’Enciclopedia Britannica), Chaney si allargòle narici con delle forcine, si riempìle guance di cotone, e, forse -perché teneva segrete certe sue tecniche -si offuscòe dilatògli occhi con alcuni prodotti chimici, che giàaveva usato in un film precedente. Chaney ebbe il raro talento di fare vivere sullo schermo mostri terribili senza sacrificare la loro fondamentale umanità; li rese degni di compassione senza cadere nel sentimentalismo.Nel Fantasma dell’Operasi riscontra un lavoro molto espressivo sulle ombre, probabilmente ispirato al cinema tedesco di quegli anni. La rivelazione del viso di Chaney, privato della maschera, schiumante di rabbia, è una brillante successione di ritratti su fondo nero, che sgorgano d’improvviso da una sequenza, fino a quel momento piuttosto convenzionale. Certe inquadrature di Chaney (che ricordano Holbein) sono particolarmente interessanti. Curvo su una mostruosa scultura barocca che orna il teatro dell’Opera, Erik esprime un odio cosìintenso da raggiungere il sublime; e ancora, trionfante nel ballo mascherato o inseguito dalla folla inferocita, il volto cadaverico di Chaney comunque ci rinvia, con crudele ironia, alla nostra condizione mortale.Rupen JulianRegista di origine neozelandese (1889-1943). Attore e poi regista, interpretòi suoi film tra il 1915 e il 1919. Cadde nell’oblio con l’avvento del sonoro. Su invito dei dirigenti della Universal, sostituìStroheim sul set di Merry-Go-Round. Il suo nome èsoprattutto associato alla prima versione di Phantom of the Opera, capolavoro del genere fantastico. Ormai maestro riconosciuto del genere, diresse alcuni film dell’orrore, come The Cat Creeps, che perònon rinnovarono i fasti della sua opera più celebre.