Sono cresciuto in Argentina, più precisamente a Mendoza – la terra del vino. Quando ero adolescente, nel mio quartiere aprì una piccola compagnia via cavo. Aveva solo dieci canali, e io sviluppai un’ossessione per il Canale 2, dove il proprietario proponeva cinema indipendente e straniero 24 ore su 24. Passavo giorno e notte a viaggiare per il mondo, un film alla volta. Grazie a questi film, attraverso lingue e culture diverse, ho scoperto la ricchezza dell’esperienza umana. Hanno ampliato la mia percezione del mondo, arricchito la mia creatività e influenzato così profondamente la mia immaginazione da spingermi a diventare regista. Vivendo a New York ho scoperto che Dan e Toby Talbot – una coppia ebrea del Bronx – avevano promosso molti dei film che mi avevano ispirato da adolescente: è stata la scintilla che ha dato origine a questo progetto. Il documentario mette in luce la visione e l’approccio innovativi di Dan e Toby nella gestione della loro prima sala cinematografica. La loro programmazione non era solo originale ma anche avventurosa, e le loro scelte artistiche e coraggiose li distinguevano da tutti gli altri. Il nostro obiettivo principale è far sì che la loro storia guidi e ispiri altri a ripensare e reinventare il modo in cui oggi, negli Stati Uniti, viviamo e condividiamo il cinema. Il nostro film è anche una lettera d’amore al cinema e al suo ruolo cruciale nell’incoraggiare l’empatia e la comprensione del mondo. Ed è oggi quanto mai necessario, in un tempo in cui alienazione, razzismo e mancanza di empatia sono sempre più diffusi nelle nostre società: la straordinaria storia di Dan e Toby Talbot va raccontata con forza e chiarezza.

Sergio Maza