THE MALE ANIMAL
Sog.: dalla pièce omonima (1940) di James Thurber ed Elliott Nugent. Scen.: Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Stephen Morehouse Avery. F.: Arthur Edeson. M.: Thomas Richards. Scgf.: John Hughes. Mus.: Heinz Roemheld. Int.: Henry Fonda (Tommy Turner), Olivia de Havilland (Ellen Turner), Joan Leslie (Patricia Stanley), Jack Carson (Joe Ferguson), Eugene Pallette (Ed Keller), Herbert Anderson (Michael Barnes), Hattie McDaniel (Cleota), Ivan Simpson (Dean Frederick Damon), Don DeFore (Wally Myers). Prod.: Wolfgang Reinhardt, Hal B. Wallis per Warner Bros. Pictures. DCP. Bn.
Scheda Film
“Fonda, nei panni dell’occhialuto professore, è praticamente perfetto per il ruolo. La trama è felicemente e riccamente avvolta nella commedia. Coloro che ne colgono il senso più profondo raccomanderanno il film ai loro amici definendolo imperdibile” (“Variety”, 4 marzo 1942). Tra le sceneggiature per Arsenico e vecchi merletti e Casablanca i gemelli Epstein adattarono un’altra opera teatrale: The Male Animal, trionfo di Elliott Nugent e James Thurber. A teatro Nugent aveva interpretato il ruolo che è ora di Fonda: Tommy Turner, professore di letteratura inglese, ben sposato, benpensante e ben integrato finché “il mondo ha cominciato ad agitarsi, grandi istituzioni hanno iniziato a tremare e a me e a mia moglie sono piombati addosso dei giocatori di football”. Tutto questo perché Turner, nell’intento di dimostrare che perfino un inglese stentato può essere commovente ed eloquente, ha deciso di leggere ai suoi alunni la lettera scritta nel 1927 dall’anarchico Bartolomeo Vanzetti prima della condanna a morte. Allo scoppio della guerra The Male Animal esamina infinite sfumature di virilità e ‘americanismo’ riconoscendo che la turbolenta commedia coniugale e il discorso politico, l’ironia multiculturale e la sfacciata retorica del business sportivo funzionano meglio se gustati insieme. C’è la paura dell’infiltrazione dei ‘rossi’ nelle università e un ‘fascista’ nel consiglio di facoltà che adora costruire stadi (Eugene Pallette). C’è la femminilità intelligente e giocosa (Olivia de Havilland) e la mascolinità fieramente regressiva e quasi tossica (Jack Carson). E c’è la percezione, da parte di Fonda, che i nobili appelli a favore della libertà intellettuale sono più convincenti se controbilanciati da un monologo alcolico di dieci minuti su amore e matrimonio che convoca tigri, leoni marini ed elefanti: “Fai qualcosa, non startene con le mani in mano! Perfino un animaletto come il pinguino non tollera le mascalzonate quando si tratta della sua compagna!”.
Alexander Horwath