THE AWFUL TRUTH

Leo McCarey

Sog.: dalla pièce omonima di Arthur Richman. Scen.: Viña Delmar. F.: Joseph Walker. M.: Al Clark. Scgf.: Lionel Banks, Stephen Goosson. Mus.: Ben Oakland, Milton Drake, George Parrish. Int.: Irene Dunne (Lucy Warriner), Cary Grant (Jerry Warriner), Ralph Bellamy (Daniel Leeson), Alexander D’Arcy (Armand Duvalle), Cecil Cunningham (zia Patsy), Molly Lamont (Barbara Vance), Esther Dale (Mrs. Leeson), Joyce Compton (Dixie Belle Lee). Prod.: Leo McCarey per Columbia Pictures Corporation · 35mm. D.: 91’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Entrambi da poco licenziati dalla Paramount, nel 1937 Leo McCarey e Cary Grant si ritrovarono a collaborare con la Columbia Pictures, studios di serie B specializzati in western e polizieschi ai quali capitava di produrre film di serie A, come fu, quell’anno, Lost Horizon di Frank Capra, produzione di punta della Columbia. Secondo il capo della Columbia, Harry Cohn, The Awful Truth partì con qualche ambizione: ai due reduci della Paramount furono affiancati Irene Dunne (appena candidata all’Oscar per la sua prima commedia, Theodora Goes Wild, prodotta sempre dalla Columbia nel 1936) e Ralph Bellamy, robusta spalla degli studios, per quella che sarebbe stata la terza versione cinematografica di una commedia di Broadway del 1922 scritta da Arthur Richman.
McCarey cestinò subito il testo per ricorrere alle tecniche di improvvisazione che aveva iniziato a sviluppare all’epoca del muto. La leggenda narra che la prima scena dovesse essere un duetto tra Dunne, che aveva studiato canto, e Bellamy, che aveva assicurato a McCarey di essere stonato come una campana. Il risultato fu una versione martoriata di Home on the Range che finì dritta nel film e resta uno dei suoi momenti migliori. La lavorazione continuò senza una sceneggiatura vera e propria, con grande orrore dell’insicuro Grant, del quale si disse che avesse offerto 5000 dollari per uscire dalla produzione (McCarey alzò l’offerta a 10.000, che Cohn saggiamente rifiutò).
Nonostante la comicità scoppiettante, il film tratta in maniera fondamentalmente seria un tema cruciale per McCarey: le relazioni possono nascere dall’attrazione ma devono essere messe alla prova da difficoltà e ribaltamenti prima di conquistare la sacralità del matrimonio. Per Jerry e Lucy Warriner, i newyorkesi pericolosamente sofisticati che iniziano il film sull’orlo del divorzio e lo finiscono con una seconda luna di miele, The Awful Truth è una sorta di calvario comico, un cammino verso la redenzione lastricato di dolorosa ilarità.

Dave Kehr 

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