SUSPIRIA

Dario Argento

Scen.: Dario Argento, Daria Niccolodi. F.: Luciano Tovoli. M.: Franco Fraticelli. Scgf.: Giuseppe Bassan. Mus.: Goblin. Int.: Jessica Harper (Susy Banner), Stefania Casini (Sara), Joan Bennett (Miss Blanke), Alida Valli (Miss Tanner), Flavio Bucci (Daniel), Barbara Magnolfi (Olga), Susanna Javicoli (Sonia), Eva Axen (Patty Newman), Miguel Bosé (Mark), Udo Kier (professor Frank Mandel), Renato Scarpa (professor Verdegat). Prod.: Claudio Argento per Seda Spettacoli. DCP. D.: 97’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Io cerco il panico, ha uno scatto in più rispetto al terrorizzare, una penetrazione più profonda. Se vogliamo paragonare il panico alla paura, possiamo dire che la paura è uno stato febbrile sui 38-39 gradi, invece il panico è 41, cioè il delirio”. Così spiegava Dario Argento all’intervistatore di Rai 3 durante il missaggio di Suspiria. Spiritato e fanciullesco, il trentaseienne regista esibiva impudicamente in tv il proprio gaudio mentre stava cesellando gli effetti sonori, i ritmi ossessivi dei Goblin (composti prima delle riprese), da abbinare alle immagini. Nella sua autobiografia Argento ricorderà d’essersi appostato in macchina, all’uscita del cinema Metropolitan di Roma, per cogliere le reazioni del pubblico la sera dell’uscita: “Le persone che avevano visto il film erano stravolte, gli occhi spiritati, la faccia attraversata da una smorfia di puro orrore. Allora ce l’avevo fatta!”. Nell’evoluzione organica del canone argenteo, Suspiria rappresenta il primo esperimento d’horror puro. Quarant’anni abbondanti di appassionati, da Stephen King a Rotten Tomatoes, senza contare un’infinità di esegesi estetiche e semiologiche, una legione di imitatori nel campo dei media e in particolare della pubblicità, hanno contribuito a sostituire il panico stregonesco che Suspiria aveva suscitato all’epoca in mezzo mondo, con l’incanto puro di fronte allo strabiliante tour de force psichedelico. Come esso sia stato generato lo illustra, sequenza per sequenza, Luciano Tovoli, prezioso collaboratore di Argento in diverse occasioni, nel recente volume Suspiria e dintorni. Conversazione con Luciano Tovoli (a cura di Piercesare Stagni e Valentina Valente, Artdigiland, Dublino 2018): “nel corso della realizzazione di Suspiria, ho tentanto di non far passare mai un’immagine che non avesse in sé un contrasto cromatico, quello che in pittura si definisce un elemento disturbante. Eravamo consapevoli di creare qualcosa di nuovo e forte, al quale pubblico e critica non erano preparati. Qualcuno, commentando il mio lavoro, parlò di ‘cattivo gusto’, e l’ho sempre considerato un bel complimento!”.

Lorenzo Codelli

 

Intervista a Luciano Tovoli su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da