SEYYİT HAN
Scen.: Yılmaz Güney. F.: Gani Turanlı. M.: Ali Rıza Yılmaz. Mus.: Nedim Otyam. Int.: Yılmaz Güney (Seyyit), Nebahat Çehre (Keje), Hayati Hamzaoğlu (Haydar), Danyal Topatan (Hidayet), Nihat Ziyalan (Mürşit), Sami Tunç (Ali), Hüseyin Zan (tirapiedi di Haydar), Çetin Başaran (Emin), Enver Dönmez (tirapiedi di Haydar), İhsan Gedik (tirapiedi di Haydar). Prod.: Şeref Film DCP. D.: 80’.
Scheda Film
Seyyit Han è la prima regia indipendente di Yılmaz Güney ed è una pietra miliare della cinematografia turca. Film di critica sociale, attesta anche l’amore di Güney per il cinema popolare di genere e le sue concessioni ad esso. Il film si apre con una scena che rimanda al western all’italiana. Seyyit Han, solitario e coraggioso, smonta da cavallo ed entra in un bar… È innamorato di una donna bellissima, Keje, e torna da una missione di sette anni in cui si è liberato dei suoi nemici per offrirle una vita rispettabile. Tuttavia, per la lunga assenza è stato creduto morto, e il fratello di Keje, Mürşit, ha deciso di dare la giovane in sposa al ricco proprietario terriero Haydar. Seyyit incontra Keje e Mürşit per mettere in chiaro le cose. Keje è pronta a fuggire con lui, ma dopo aver parlato con suo fratello lo respinge. Keje e Haydar si sposano e Seyyit Han si prepara a partire. Durante la prima notte di nozze però Haydar scopre che Keje lo ha sposato solo per salvare l’onore della famiglia. Per vendicarsi tende dunque al rivale un agguato che si risolve in una sparatoria mortale tra i due.
Questo film di vendetta d’ambientazione rurale è un’opera “imperfetta”, come in seguito ebbe a dire lo stesso Yılmaz Güney, qui regista e attore. Le scene d’azione in stile hollywoodiano si dilungano e i personaggi non sono sufficientemente sviluppati. Tuttavia, grazie alla messa in scena realistica, all’impiego drammatico del paesaggio e alla fotografia elegante, il film propone uno straordinario amalgama di realtà sociale e racconto fiabesco. Seyyit Han è una critica del feudalesimo e delle tradizioni che costringono le donne al silenzio.