SAN MAO LIULANG JI

Zhao Ming, Yan Gong

Sog.: dal fumetto San Mao di Zhang Leping. Scen.: Yang Hansheng, Cheng Baishen. F.: Zhu Jinming, Han Zhongliang. M.: Fu Zhenyi. Scgf.: Zhang Hancheng. Mus.: Wan Yunjie. Int.: Wang Longji (San Mao), Lin Zhen (la ricca signora), Guan Hongda (il boss), Huang Chen (la moglie del ladro), Mo Chou (la signora Wu), Cheng Mo (lo spazzino). Prod.: Kunlun. 35mm. D.: 90’. Bn.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

San Mao, il buffo ragazzino con tre capelli in testa che dà il titolo al film, aveva fatto la sua comparsa attorno al 1935 nelle strisce comiche di Zhang Leping. Tornato a Shanghai dopo la guerra, il disegnatore trovò lavoro al quotidiano “Da Gong Bao” e decise che il suo San Mao sarebbe stato un ragazzino di strada come i tanti orfani che aveva conosciuto. L’inverno del 1946 era stato gelido, e Zhang non avrebbe mai dimenticato i cadaveri di bambini abbandonati sulle strade di primo mattino. Il nuovo San Mao apparve su “Da Gong Bao” nel luglio del 1947. Ebbe un così grande successo che agli inizi del 1948 Yang Hansheng e Cheng Baishen proposero alla Kunlun di trarne un film. Nella loro sceneggiatura San Mao è un orfano come tanti: soffre il freddo e la fame nelle strade di Shanghai, tenta di guadagnare qualcosa raccogliendo mozziconi di sigarette, vendendo giornali e spingendo carri, ma tutti i suoi sforzi si rivelano vani. Una coppia di borseggiatori gli insegna con successo a rubare, ma la vita del ladro non gli piace e dopo un po’ se la dà gambe. Un giorno, stanco della povertà, decide di mettersi in vendita. Una ricca signora decide di adottarlo. Lui fa il possibile per compiacerla ma dopo un po’ si stufa e decide di tornare alla vita di strada con i suoi vecchi amici.

Marie Claire Kuo e Kuo Kwan Leung

L’adattamento cinematografico del fumetto di Zhang Leping con protagonista Tre capelli (San Mao) – le cui strisce circolano ancora oggi in forma di libro – conserva i personaggi stilizzati e la satira sociale dell’originale ma usa il più possibile le riprese in esterni nella vera Shanghai. C’è anche una bella allusione autoreferenziale: a un certo punto Tre Capelli vende per strada una copia di “Da Gong Bao”.

Gli inizi di Tre Capelli sono i più umili che si possano immaginare: dorme in un carro per raccogliere i liquami, si trasforma in un personaggio alla Oliver Twist, patisce la fame ed è costretto a praticare il borseggio, viene accolto e ‘rieducato’ come una sorta di Boudu da una famiglia borghese per poi ribellarsi e tornare alla vita di strada. L’umorismo slapstick e caricaturale domina l’azione, fedele allo spirito di Zhang Leping. Il livello d’invenzione visiva è alto: per portare in vita le fantasie del ragazzino vengono utilizzate brevi animazioni e altri effetti speciali, e agli inserti girati in teatro di posa viene dato un taglio espressionista. Il film fu completato nell’agosto del 1949, alla vigilia della vittoria comunista, e fu subito messo al bando dalla censura Kuomintang. Uscì alla fine di quell’anno con un altro finale, nel quale vediamo Tre Capelli e i suoi amici danzare nelle strade durante la parata della vittoria.

Tony Rayns

 

Intervista a Marie Claire Kuo curatrice della rassegna

Copia proveniente da

Copia depositata presso CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée