REASSEMBLAGE

Trinh T. Minh-ha

Prod.: Jean-Paul Bourdier. 16mm. L.: 443 m. Col. 

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Non intendo parlare di, solo parlare accanto”. Questa è la frase centrale del film d’esordio della filmmaker Trinh T. Minh-ha. Reassemblage è in parte un esempio di cinema etnografico: una regista documenta aspetti della vita quotidiana in un villaggio del Senegal rurale. Ma ciò che Minhha sta facendo potrebbe anche essere definito ‘anti-etnografia’ (chiaramente in senso positivo) nella misura in cui rovescia le convenzioni del cinema etnografico o antropologico. Lo scopo è riconsiderare le premesse e i metodi del cinema etnografico e costringere gli spettatori a ripensare le proprie aspettative riguardo a un film su una cultura da essi percepita come estranea. Minh-ha utilizza un montaggio asincrono di suono e immagini e una voce fuori campo anti-autorevole carica di autocritica e di scetticismo, ricorre a jump-cut, lunghi stacchi sul nero, silenzi, montaggio discontinuo e inquadrature insolite. La filmmaker impiega queste tecniche per esprimere il proprio scetticismo nei confronti del cinema documentario. In un’intervista ha affermato che Reassemblage “non è semplicemente diretto all’antropologo, ma anche al missionario, al volontario dei Corpi di Pace, al turista, e infine, ma non meno importante, a me stessa in quanto osservatrice”. Reassemblage mette in discussione la posizione di potere nella realizzazione di un film. Propone il concetto di “parlare accanto” per liberare il filmmaker “dagli infiniti criteri generati da tale pretesa di onniscienza e dalle sue gerarchie di conoscenza” e liberare le persone che popolano il film documentario (Achtung: gerarchia!) dando loro la possibilità di parlare a proprio nome. Con Reassemblage Minh-ha ha creato quello che è apparso da subito un classico del film-saggio, il cui impatto sugli studi postcoloniali e femministi e sulle teorie del film-saggio continua a essere enorme. In questi contesti il film è discusso e criticato in molti modi diversi, il che può essere considerato un onore per un’opera pensata per provocare dibattiti.

Karl Wratschko

Copia proveniente da