RANGIERER

Jürgen Böttcher

tr. l.: Manovratori, Autori: Jürgen Böttcher, Ulrich Eifler. F.: Thomas Plenert. 35mm. D.: 22’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La pittura di Böttcher non era desiderata nella RDT, perciò nei suoi film fa sempre vedere persone a contatto con l’arte, o come visitatori di un museo o come artisti all’opera negli atelier. Quando negli anni Sessanta il partito coniò il motto: “Compagno prendi la penna in mano!”, Böttcher era curatore di un circolo di pittori operai. Ralf Winkler, che fu espulso nel 1980 dalla RDT e divenne famoso nell’occidente con il nome di A.R. Penck, era un suo allievo. Nel trittico VerwandlungenPotters Stier, Venus nach Giorgione e Frau am Klavichord– il filmmaker Böttcher si avvicina di più al pittore Strawalde. Senza uno studio, nel suo appartamento, riesce a dipingere solo su dei formati piccoli; e così prende “una cartolina d’arte, un soggetto noto, e usandolo come una melodia comincia a parafrasarlo, a creare contrappunti con il suo pennello attraverso la storia dell’arte e gli stili, a giocare con le forme e i colori attorno al suo oggetto e passando sopra il suo oggetto. L’occhio è entusiasta.”

Wolf Kypke, Aus dem Blickwinkel eines Banausen

 

Nel febbraio del 1984 Böttcher e Plenert hanno filmato presso i ferrovieri della stazione di Dresda Friedrichstadt, la “X Brigata del collettivo Ablaufberg”, che durante un turno di notte con la nebbia, la neve e il ghiaccio, scompongono e ricompongono treni muovendo migliaia di vagoni. Quando le interviste diventano di moda anche nel documentario della RDT, Böttcher mostra i suoi Manovratori in silenzio; il fatto di guardare e ascoltare attentamente richiede una grande concentrazione che vieta loro di fare tanti discorsi. I funzionari si insospettirono di nuovo: “La ‘classe operaia senza parole’ – ecco che Böttcher ha nuovamente combinato qualcosa.” Lontano e al di là di ogni speranza per il “Primo Stato Tedesco degli Operai e dei Contadini”, Böttcher è solidale con i suoi eroi. Percepire i movimenti, quelli dei pesanti vagoni che si muovono autonomamente, riconoscerli al momento giusto e sapervi reagire col proprio corpo: il lavoro di chi viene mostrato diventa il lavoro di chi vuole mostrare.

Enno Patalas

Copia proveniente da