PINK NARCISSUS
Scen., F.: Anonymous. M.: Martin Jay Sadoff. Int.: Don Brooks (Angel), Bobby Kendall (Pan), Arthur Williams (John), Charles Ludlam. Prod.: James Bidgood. Mus.: Gay Coch, Martin Jay Sadoff. Int.: Don Brooks (Angel), Bobby Kendall (Pan), Charles Ludlam. Prod.: Anonymous per La Folie des Hommes e Pink Pictures Ltd DCP. D.: 71’. Col
Scheda Film
Nel 1963 – l’anno in cui Andy Warhol si avvicinò al cinema, Kenneth Anger girò Scorpio Rising e Jack Smith completò Flaming Creatures – James Bidgood, fotografo di nudi maschili specializzato nel genere physique, iniziò a lavorare al suo primo film, Pink Narcissus. Il film segue un giovane estremamente avvenente, egocentrico e tormentato che sfugge alle realtà della sua vita di strada attraverso una serie di fantasie di incredibile bellezza. Ossessionato dalla propria perfezione, vive in un paese dei sogni fatto di colori fantastici, musica magnifica, costumi elaborati e uomini favolosi. In una serie di scene alla Walter Mitty si immagina schiavo romano scelto dall’imperatore, trionfante matador che sconfigge il toro (in realtà un ciclista vestito di pelle nera), innocente ninfa che saltella festosamente nei boschi, efebo avvolto in veli trasparenti nell’harem dello sceicco. Immagina la propria stanza come un raffinato rifugio tempestato di gioielli. Ma la realtà irrompe di continuo attraverso le vite depravate degli altri ragazzi di strada, i suoni duri e sgradevoli provenienti dall’esterno e le visite dei suoi ‘clienti’. L’incantesimo narcisistico alimentato dalla sua bellezza e dal suo stile di vita si incrina davanti a un’unica grande paura: invecchiare è perdere la giovinezza e la bellezza, fino a un ultimo terribile sguardo sulla realtà. Girato in 8mm e 16mm, Pink Narcissus fu montato in 16mm e successivamente gonfiato a 35mm per la distribuzione. Per diversi decenni, una copia in 35mm ha rappresentato la fonte principale per la realizzazione di altre copie 35mm, di qualità inferiore, e quelle disponibili erano ormai copie di copie, a diverse generazioni di distanza dall’originale. Dato che gli elementi originali sono andati perduti, i materiali meglio conservati, individuati e identificati come fonti primarie per il restauro, erano un internegativo 35mm e una copia 35mm. Sebbene il restauro digitale abbia corretto i danni più evidenti, come lo sporco e le linee di giunzione, la patina del film è stata in gran parte preservata, mantenendo intatta l’esperienza visiva che il pubblico poteva avere oltre cinquant’anni fa.
Michael Lumpkin
Copia proveniente da: Strand Releasing
Restaurato da UCLA Film & Television Archive presso i laboratori Roundabout Entertainment e Audio Mechanics, a partire dall’internegativo 35mm, una copia 35mm e il negativo colonna 35mm. Con il sostegno di Snapdragon Capital Partners. Un ringraziamento speciale a Framelina, Mark Grabowski, Marcus Hu, Michael Lumpkin, Strand Releasing e James Woolley