ONE WAY STREET

Hugo Fregonese

Sog., Scen.: Lawrence Kimble. F.: Maury Gertsman. M.: Milton Carruth. Scgf.: Bernard Herzbrun, Alfred Ybarra. Mus.: Frank Skinner. Int.: James Mason (Frank Matson), Märta Torén (Laura Thorsen), Dan Duryea (John Wheeler), Basil Ruysdael (Father Moreno), William Conrad (Ollie), Rodolfo Acosta (Francisco Morales), King Donovan (Grieder), Robert Espinoza (Santiago). Prod.: Leonard Goldstein per Universal-International Pictures Co., Inc. 35mm. D.: 79’. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Considerato l’amaro risentimento con cui ha lasciato la Gran Bretagna, non stupisce che James Mason reciti di lì a poco nell’esordio hollywoodiano di Fregonese, un film su una vita in fuga. Mason vi interpreta Frank Matson, un losco dottore che scappa con una borsa piena di soldi rubati e la ragazza di un capobanda, nascondendosi con lei in Messico. Ma il destino bussa forte alla sua porta, facendo eco a una delle idee fisse di Fregonese: l’incontro con la morte. “Poco importano le lacrime versate, l’appuntamento verrà mantenuto”, sentenzia senza mezzi termini l’esergo del film.
Märta Torén, attrice svedese prematuramente scomparsa a soli trentun anni, interpreta Laura Thorsen, mentre Dan Duryea, nei panni di John Wheeler, interpreta come al solito un personaggio brutale ma simpatico. Il cinismo del personaggio di Mason è invece più profondo, anche se più nascosto; la sua natura violenta è più forte, anche se più seducente. All’inizio Matson approfitta della sua competenza medica per tessere l’imbroglio e procurarsi una via di fuga, poi inizia a servirsene per inserirsi in un nuovo ambiente e infine redimersi. Ritrova infatti la propria autostima aprendo un ospedale e curando i poveri di un villaggio messicano i cui abitanti sono rappresentati in maniera stereotipata: non c’è via di mezzo tra gli innocenti e gli autentici tagliagole. Unica consolazione, gli americani non sono mostrati sotto una luce migliore, come se Fregonese percepisse il mondo basandosi su queste due categorie, senza sfumature intermedie.
Dal punto di vista narrativo il film non è perfettamente omogeneo ma rivela grandi potenzialità, e usa abilmente simmetrie e altri simboli visivi per mostrare i due lati del personaggio di Mason. Matson porta due borse di cuoio identiche, una contenente gli strumenti medici e l’altra il denaro rubato, a rappresentare la sua scelta esistenziale tra due tipi di vita. È poi combattuto tra la grande città, dalle cui strade esala un odore di morte, e il rifugio temporaneo offerto dal villaggio costiero. Il gioco del destino fa inoltre sì che le cose accadano due volte: un incidente d’auto, un incontro con un messicano malato, un viaggio in aereo e lo scontro diretto con Duryea. Aleggia un senso d’ineluttabile sventura che spinge tutti i personaggi nel ‘cerchio rosso’ dell’incontro col destino. One Way Street è la ballata di un fatalista.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus