MS. 45

Abel Ferrara

T. alt.: Angel of Vengeance. Scen.: N.G. St. John. F.: James Lemmo. M.: Christopher Andrews. Scgf.: Ruben Masters. Mus.: Joe Delia. Int.: Zoe Tamerlis (Thana), Albert Sinkys (Albert), Darlene Stuto (Laurie), Helen McGara (Carol), Nike Zachmanoglou (Pamela), Jimmy Laine [Abel Ferrara] (il primo stupratore), Peter Yellen (il secondo stupratore), Editta Sherman (Mrs. Nasone), il cane Bogey (Phil). Prod.: Richard Howorth, Mary Kane per Navaron Films DCP. D.: 80’. Col

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il vero modello di Ferrara e St. John è Taxi Driver di Scorsese. Come Taxi Driver, anche Ms. 45 è un film idealmente in soggettiva, e spesso anche materialmente, fin da quando nelle primissime sequenze vediamo fannulloni newyorkesi che si rivolgono alla macchina da presa apostrofando Thana con proposte oscene. E come Taxi Driver, il film di Ferrara è il ritratto di una metropoli infernale, dove la violenza e la lussuria sono endemiche, e dove l’unica reazione sembra essere la violenza apocalittica. […] La sceneggiatura di St. John […] è magistrale nel costruire attorno alla follia del personaggio una rete di riferimenti che fanno della metropoli uno specchio eloquente della sua violenza. Ferrara è di un rigore assoluto nel rappresentare la violenza e nel calcolare le reazioni dello spettatore. […] Ms. 45 è un film sorprendentemente coeso, interpretato con adesione fisica impressionante dalla diciassettenne Zoë Tamerlis, un volto magnetico che riesce a essere volta a volta sgraziato e vampiresco, infantile e sensuale, e che al cinema si rivedrà di rado […]. Il montaggio a raffica di immagini che durano pochi secondi da diversi punti di vista (si veda l’assassinio del fotografo) si contrappone a inquadrature dove la profondità di campo e i diversi piani dell’immagine sono sfruttati per definire un ambiente desolato e ostile, in cui Thana si muove in perpetuo pericolo. Il realismo dell’ambientazione newyorkese di vicoli e lotti dismessi scivola continuamente nella deformazione in soggettiva di incubi, allucinazioni e deliri davanti allo specchio. E tutta l’ultima sequenza è costruita come una feerie, in uno spazio irreale dominato da una ragnatela gigante e popolato da personaggi in costume: trionfo del ridicolo su cui il macabro avrà presa più facile.

Alberto Pezzotta, Abel Ferrara, Il Castoro, Milan 1998

Copia proveniente da

Per concessione di Giant Pictures
Restaurato in 4K nel 2025 da Arrow Films presso i laboratori Warner Bros. Motion Picture Imaging e Resillion, a partire dal negativo originale 35mm