MONTEREY POP

D.A. Pennebaker

F.: James Desmond, Barry Feinstein, Richard Leacock, Albert Maysles, Roger Murphy, D.A. Pennebaker, Nicholas Proferes. M.: Nina Schulman. Int.: Scott McKenzie, The Mamas & the Papas, Canned Heat, Simon & Garfunkel, Janis Joplin, Jimi Hendrix, The Who, Otis Redding, Ravi Shankar, The Animals. Prod.: Lou Adler, John Phillips. DCP 4K. D.: 79’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questo fu probabilmente il primo film a documentare sistematicamente e favorevolmente un evento rock mostrando di comprendere la musica e il suo significato culturale e segnando così verosimilmente la nascita del rockumentary. Con le esibizioni di gruppi quali The Mamas and the Papas, Canned Heat, Jefferson Airplane, Big Brother and Holding Company, The Animals e The Who, Monterey fu una tre giorni di musica (16-18 giugno 1967) nella cosiddetta Summer of love. Le imitazioni non mancarono (Woodstock, Altamont): proprio grazie al film di Pennebaker gli organizzatori capirono che il connubio tra rock e cinema poteva essere artisticamente e commercialmente felice.

Il film fu girato dallo stesso Pennebaker, che rimase sul palco per tutto il festival, da due operatori (Nicholas Proferes e Jim Desmond) posizionati ai lati del palcoscenico e altri due (Richard Leacock e Roger Murphy) sui tetti prospicienti mentre Barry Feinstein filmava il pubblico e Albert Maysles riprendeva il tutto dalla zona centrale dell’arena. Non sorprende che il risultato ricordi da vicino un celebre film concerto girato un decennio prima, Jazz on A Summer’s Day (proiettato a Il Cinema Ritrovato 2015), cui lo accomuna l’attenzione equamente ripartita tra musicisti e pubblico ma anche la celebrazione della moda e dello stile di una generazione.

Benché Hendrix che incendia la chitarra e un’elettrizzante Joplin in abiti classici, non hippy, siano spesso considerati i momenti chiave del festival e del film, oggi probabilmente a risaltare è l’intensa performance di Shankar e Alla Rakha: un sequenza di diciassette minuti, nella prima metà della quale la macchina da presa indugia esclusivamente sui volti degli spettatori, che in uno stato di alterazione chimica ed emotiva appaiono ipnotizzati dalla magia dei maestri indiani.

Originariamente girato in 16mm, negli anni Settanta il film era già la testimonianza di un’epoca passata, dato che alcuni dei suoi protagonisti – Joplin, Hendrix, Brian Jones e Otis Redding – erano morti, tutti intorno all’età di ventisette anni. Ciò portò Pennebaker a utilizzare il girato originale per realizzare film sulle ‘performance complete’ di Hendrix e Redding.

Ehsan Khoshbakht

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2017 da The Criterion Collection in collaborazione con i laboratori L’Immagine Ritrovata e Metropolis Post, a partire dalla copia 16mm originale invertibile A/B. Restauro supervisionato e approvato dal regista D.A. Pennebaker, Chris Hegedus e Frazer Pennebaker. La colonna sonora 5.1 è stata rimasterizzata da Eddie Kramer a partire dai nastri analogici a 8 tracce originali