MONTAND EST À NOUS

Yves Jeuland

Scen.: Yves Jeuland, Vincent Josse. M.: Lizi Gelber. Mus.: Éric Slabiak. Prod.: Zadig Productions. DCP. D.: 100’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In precedenza mi accontentavo di infilare Montand nei miei film con tocchi più o meno subliminali, ma mai direttamente. Questa volta acciuffo finalmente l’eroe della mia vita. Fin dall’adolescenza, questa passione non mi ha mai lasciato. […] Questo film in prima persona è un inventario alla Prévert. Un inventario affettivo, non un catalogo esaustivo. Abbiamo compiuto delle scelte. Scelte che sono necessariamente soggettive. Ma va detto che abbiamo attinto generosamente alla sua discografia e alla sua filmografia, come alle interviste poco conosciute. Ci siamo lasciati guidare dal piacere e dall’emozione, qualche volta anche dalla nostalgia. […]
Come per il mio documentario su Chaplin, si tende a pensare che tutto sia già stato mostrato, ma non è affatto così. Penso in particolare alle magnifiche immagini che riprendono Montand e Simone Signoret a Saint-Paul-de-Vence, nel 1950, subito dopo il loro incontro. E grazie a Éric Le Roy degli Archives Françaises du Film ho potuto accedere ai giornalieri inediti di un cortometraggio militante girato nel 1955 da Yannick Bellon, La Maison du Bonheur, che fu alla fine intitolato Un matin comme les autres. Fu il primo film a riunire Simone e Montand, prima ancora delle riprese di Le vergini di Salem. Era prodotto da Procinex, società vicina al Partito Comunista Francese. La fotografia è di Henri Alekan. È un piccolo tesoro.
Potrei anche citare delle fotografie, alcune delle quali mi appartengono. Penso a Montand con Brassens e Mouloudji, o in compagnia dei Frères Jacques. E poi ci sono le riprese preziose e non utilizzate girate nel 1985 da Serge Viallet dietro le quinte di Jean de Florette e Manon delle sorgenti. Serge riprende Yves Montand durante la sessione di trucco: per il ruolo di Papet va invecchiato di dieci o quindici anni. Vedendo il proprio riflesso nello specchio Montand sprofonda nell’angoscia esistenziale. Scoprire queste immagini è stato per noi un regalo formidabile.

 Yves Jeuland

 

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