LUMIÈRE, L’AVENTURE CONTINUE!
T. it.: Lumière! L’avventura del cinema. Scen.: Thierry Frémaux. M.: Jonathan Cayssials, Simon Gemelli, Thierry Frémaux. Mus.: Gabriel Fauré. Int.: Thierry Frémaux (voce narrante). Prod.: Institut Lumière/Sorties d’Usine Productions. DCP. D.: 105’. Bn.
Scheda Film
Un film fatto di 120 film. Può sembrare un controsenso o una follia, ma è la verità: Lumière, l’aventure continue! è un film (pensato e diretto da Thierry Frémaux, a capo dell’Institut Lumière di Lione e direttore artistico del Festival di Cannes) che ripercorre gli inizi della storia del cinema quando i fratelli Lumière mandavano in giro per il mondo i loro operatori a riprendere tutto quello che era possibile (da New York furono scacciati malamente perché Edison non sopportava la loro concorrenza), ma è anche composto da 120 ‘vedute’, cioè 120 film veri e propri, molti mai visti – anche se lunghi solo 50 secondi, il massimo della durata possibile allora – ognuno dei quali con un soggetto, una messa in scena e uno scopo. […] È un mondo che prende vita davanti ai primi spettatori, un mondo dove tutto è degno di essere ripreso e dove quello che sarebbe diventato il linguaggio cinematografico inizia a prendere forma, perché di fronte a quelle immagini non si può non restare affascinati dalla bellezza e dall’eleganza delle singole vedute. La domanda che ogni regista si dovrebbe porre (dove mettere la macchina da presa?) trova in queste riprese la sua risposta perfetta: difficile pensare a un modo diverso di inquadrare, di filmare quello che sta davanti all’obiettivo. Che si tratti di una famiglia giapponese che tiene a bada i bambini o di un treno che entra in una galleria, di un veliero che solca le onde del mare o dei visitatori dell’Esposizione universale, ci accorgiamo che in quel momento il cinema sta inventando il proprio sguardo, ci sta offrendo una visione del mondo che non è separabile dalla sua rappresentazione. E mentre da una forma a quello che fino ad allora non esisteva (il cinema appunto) nello stesso tempo sta anche creando l’esigenza dello spettatore di osservare un mondo che ancora non conosceva. E la frase che il padre dei Lumière disse al giovane Méliès per dissuaderlo dal comprare una di quelle macchine (“è un’invenzione che non ha futuro”) assume così il suo vero significato: la gelosia di chi quel futuro lo voleva tutto per sé e i suoi figli.
Paolo Mereghetti, Lumière. L’avventura del cinema: una lezione sempre valida su come guardare il mondo, “Corriere della sera”, 31 marzo 2025