LUCCIOLA
Sog.: Fausto Maria Martini, Augusto Genina. Scen.: Augusto Genina. F.: Narciso Maffeis. Scgf.: Giulio Folchi. Int.: Fernanda Negri Pouget (Lucciola), Elena Makowska (la principessa Eliana di Cavasco), Enrico Roma (il barone di S. Gervasio), Francesco Cacace (Franco Salviati), Franz Sala (Cencio), Lina Giorgi (Nannina), Umberto Scalpellini (Florindo), Mario Sajo (Ilario). Prod.: Arturo Ambrosio per Ambrosio Film. 35mm. L.: 1500 m (incompleto, l. orig.: 1565 m). D.: 82’ a 16 f/s. Imbibito e virato.
Scheda Film
Le prime inquadrature di Lucciola mostrano navi a vela attraccate in un porto, alle prime luci dell’alba. Le immagini emanano una misteriosa, sospesa bellezza. La loro qualità visiva, e la maestria che presiede alla loro creazione, sono emblematiche del miglior cinema italiano di questi anni. Grande successo di critica e di pubblico, Lucciola confermò Augusto Genina quale regista e autore di primo rango – spesso, come appunto in questo caso, scriveva da solo le sue sceneggiature. Nel 1917 aveva più di venti titoli all’attivo, tra cui Il piccolo cerinaio (1914), Gelosia (1915), Il sopravvissuto (1916) e La signorina Ciclone (1916), tutti e quattro presentati in recenti edizioni del Cinema Ritrovato.
Ci sono legioni di film basati sulla storia d’una figlia della strada che si ritrova catapultata nel mondo dell’alta società. Lucciola è tra i migliori; nessun lieto fine cancella la futile crudeltà dello scherzo di cui la ragazza chiamata Lucciola diventa vittima; i suoi tre corteggiatori (portatori d’alleggerimento comico) sono volubili opportunisti; il balordo sottoproletario sfrutta Lucciola non meno dello snob dei quartieri alti. Lucciola sperimenta il calore dei rapporti personali solo nei pochi, intermittenti lampi di luce di una breve estate, e resta fino alla morte estranea alla società umana.
L’attrice Fernanda Negri Pouget raggiunse con Lucciola (e il successivo Maschiaccio, sempre di Genina e sempre del 1917) il punto più alto della sua lunga carriera. Presente sugli schermi fin dal 1907, dunque dagli albori dell’industria cinematografica italiana, aveva lavorato con tutti, Caserini, Maggi, Rodolfi, Guazzoni. Non divenne mai una diva, ma Lucciola le diede finalmente l’occasione di far pieno uso del suo notevole talento.
Mariann Lewinsky