LETTERS FROM BAGHDAD

Sabine Krayenbühl, Zeva Oelbaum

F.: Gary Clark, Petr Hlinomaz. M.: Sabine Krayenbühl. Mus.: Paul Cantelon. Int.: Tilda Swinton (voce di Gertrude Bell). Prod.: Between the Rivers Productions, Letters from Baghdad Ltd.. DCP. Bn. e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Baghdad, 1917. L’aria si riempie del suono delle cornamuse mentre l’esercito britannico entra vittorioso in città durante la Prima guerra mondiale. L’Alto Commissario, violando gli ordini, insiste da subito affinché a una donna sia consentito di accedere in città mentre ancora infuria la battaglia: ha bisogno della sue competenza. Letters From Baghdad è la storia di una donna sui generis. Gertrude Bell, avventuriera, archeologa e spia al servizio di Sua Maestà; parlava l’arabo correntemente ed era la massima esperta britannica di cose arabe. È risaputo che trasmise appunti e mappe che T.E. Lawrence usò nella Rivolta araba. In aperta violazione del protocollo, Bell assunse dunque il ruolo di funzionaria politica a Baghdad e contribuì a creare il moderno stato iracheno nel punto di incontro tra due mondi in collisione.
Letters From Baghdad è un viaggio sorprendente nel Medio Oriente di un secolo fa attraverso gli occhi di Gertrude Bell (cui dà voce il premio Oscar Tilda Swinton). Nel magnifico montaggio, immagini inedite di Baghdad, Damasco, Il Cairo, Istanbul e Teheran si alternano alle rare foto panoramiche di Bell rivelando un vivace mosaico di culture. Le fotografie di Palmira e di altri siti antichi evocano il ricordo struggente di un mondo perduto. Le parole di Bell e dei suoi contemporanei sono tratte da lettere private, diari e rapporti segreti. Lo spettatore si immerge nella vita di Bell, nella sua sfida alle convenzioni dell’Inghilterra edoardiana, nelle sue tragiche relazioni amorose, nei suoi rapporti con le élite maschili del potere coloniale.
L’eco delle decisioni prese da Bell e dai suoi colleghi continua ancor oggi a risuonare sulle prime pagine dei giornali. Il museo d’archeologia iracheno, da lei fondato, è un monumento alla passione di Gertrude Bell per la regione e per il suo popolo. Benché per lo più dimenticata altrove, in Iraq Bell è ancora oggi ricordata con enorme rispetto e affetto.

Sabine Krayenbühl e Zeva Oelbaum