LES MAUVAIS COUPS
Sog.: dal romanzo omonimo (1948) di Roger Vailland. Scen.: Roger Vailland, François Leterrier. F.: Jean Badal. M.: Léonide Azar. Scgf.: Pierre Charbonnier. Mus.: Maurice Le Roux. Int.: Simone Signoret (Roberte), Reginald Kernan (Milan), Alexandra Stewart (Hélène), José Luis de Vilallonga (Prévieux), Marcello Pagliero (Luigi), Marie-Claude Poirier (Jacqueline), Nicole Chollet (l’oste), Marcelle Ranson (Radiguette), Serge Rousseau (Duval), Serge Sauvion (il veterinario). Prod.: Jean Thuillier per Carlton Film, Les Éditions Cinégraphiques. DCP. D.: 104’. Bn.
Scheda Film
Nel 1961, François Leterrier, rivelatosi come attore in Un condannato a morte e fuggito (1956) di Robert Bresson, passa alla regia dopo essere stato assistente di Louis Malle e di Yves e Marc Allégret. Sceglie di adattare un romanzo di Roger Vailland, pubblicato nel 1948, lavorando alla sceneggiatura insieme all’autore. Les Mauvais coups racconta la disgregazione di una coppia. Milan (Reginald Kernan) e Roberte (Simone Signoret) sono sposati da dieci anni. Ma da quando lui ha abbandonato le corse automobilistiche dopo la morte del suo migliore amico, tra loro nulla va più per il verso giusto. Per questo esordio alla regia Leterrier nega di aver voluto imitare lo stile del suo mentore: “Robert Bresson è stato soprattutto un esempio morale. Vedendolo lavorare ho capito che fare un film significa innanzitutto perseverare con ostinazione. Ma è certo che il cinema ha assunto per me un significato a partire dall’incontro con lui. Il film ne risentirà, fosse anche solo perché uno dei suoi temi resta l’opposizione tra finzione e presenza, tra teatro e vita”. Il confronto serrato e senza via di fuga tra i due coniugi richiama il minimalismo di Bresson, con i suoi paesaggi invernali immersi nella nebbia e il gracchiare dei corvi. Girato tra Bagnoles-de-l’Orne e Saint-Fargeau, il film deve a Jean Badal una fotografia sontuosa, che valorizza la campagna borgognona in un raffinato bianco e nero. La musica minimalista e atonale di Maurice Le Roux conferisce al film una tonalità cupa che ricorda alcuni noir di Claude Chabrol (le cui colonne sonore erano firmate da Pierre Jansen). All’uscita del film la stampa criticò il fatto che il personaggio principale fosse Roberte e non Milan come nel romanzo. Jean de Baroncelli scrisse su “Le Monde”: “Il romanzo di Roger Vailland era la storia di un uomo. Simone Signoret ha ribaltato completamente la prospettiva. Sul grande schermo, Les Mauvais coups è diventato il dramma di una donna”. Lo spostamento dell’attenzione sul personaggio femminile ci appare oggi felicissimo, soprattutto perché Signoret è assolutamente straordinaria in questo ruolo di quarantenne consapevole che la giovinezza è passata, ma determinata a vivere con intensità. Come dice Milan: “Roberte è una fiamma. Brucia”. Un film che merita di essere riscoperto per la magnifica interpretazione di Simone Signoret.
Christine Leteux