LES GRANDES RÉPÉTITIONS: CECIL TAYLOR À PARIS

Gérard Patris

F.: Raymond Clunie. M.: Juliette Bort. Int.: Cecil Taylor, Andrew Cyrille, Jimmy Lyons. Prod.: Office de Radiodiffusion Télévision Française (ORTF), Luc Ferrari, Bernard Legargeant, Pierre Schaeffer  DCP (da un negativo 35mm). D.: 45’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Non viene dalla mia comunità” risponde Cecil Taylor, pianista jazz d’avanguardia, lo sguardo nascosto dietro gli occhiali scuri, quando l’intervistatore gli chiede la sua opinione su Stockhausen. Le domande su Bach e John Cage ricevono la stessa risposta. Con uno stile tipico del 1968, il musicista afroamericano, ripreso in un antico palazzo francese con monumentali camini, respinge le tradizioni europee a favore della cultura nata “across the track”, oltre i binari della ferrovia, intendendo con ciò il vissuto degli afroamericani.
In questo episodio di una serie in cinque parti della televisione francese sulla musica moderna, Taylor discute la filosofia della musica e della performance traducendo il suo pensiero con l’opaca, intensa gestualità delle mani sul pianoforte, in uno slancio musicale che spinge il linguaggio del bebop verso l’espressionismo astratto e trascina la troupe cinematografica in un vortice sonoro viscerale. Gérard
Patris e Juliette Bort (al montaggio) rispondono con tagli bruschi e rapidi, rispecchiando con precisione ipnotica l’intensità della musica. Come Taylor, che si muove fluido tra musica e poesia, la regia passa da titoli di testa privi di testo (in cui i nomi vengono pronunciati ad alta voce) a scritte e interventi testuali in sovrimpressione, in un’adesione totale all’avanguardia che trasforma il film in un duetto tra il cinema e il quartetto jazz di Taylor.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2025 da INA, a partire da un negativo 35mm e dalla colonna sonora ottica 35mm. Il film è stato girato in 35mm e 16mm