LE COUPABLE

André Antoine

Sog.: dal romanzo omonimo di François Coppée. Scen.: André Antoine. Ass. regia: Julien Duvivier. F.: Paul Castanet. Int.: Romuald Joubé (Chrétien Lescuyer), Séphora Mossé (Périnette), René Rocher (Chrétien Forgeat), Mona Gondré (Chrétien bambino), Philippe Garnier (Lescuyer padre), Jacques Grétillat (Prosper Aubry), Léon Bernard (Donadieu, lo scultore), Mme. Relly (Héloïse), Sylvie (Louise Rameau), Henri Jeanson (un bambino). Prod.: Pathé Frères 35mm. L.: 1673 m. D.: 81’ a 18 f/s. Bn. Imbibito

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In un articolo di “Le Monde” pubblicato nel 1962 Henri Langlois espose la sua politica di programmazione dei film, e motivò la propria intenzione di mostrare sia i capolavori sia le opere sconosciute, inserendone, di tanto in tanto, qualcuna che amava in modo particolare. Una di esse era Le Coupable di André Antoine, proiettato il 29 maggio 1956 al cineclub della Cinémathèque française di rue d’Ulm nel quadro del programma dedicato, quella sera, ai pionieri francesi. E la riscoperta di Antoine può essere fatta risalire ad allora. Il film è stato restaurato nel 1987 da Philippe Esnault e Renée Lichtig a partire dal negativo originale premontato, conservato alla Cinémathèque. Nel 1917 erano state tagliate alcune code con le indicazioni dei numeri delle inquadrature e dei codici relativi al colore, ma il restauro ha potuto tenere conto di quelle indicazioni tecniche per produrre una copia parzialmente a colori. Adattando un racconto di François Coppée (1896), Antoine costruì una storia dal forte impatto morale e optò per una costruzione in flashback, in modo da accrescere la portata del tragico destino del giovane Chrétien Forgeat: affidò cioè la narrazione a Romuald Joubé, nel ruolo dell’avvocato Chrétien Lescuyer, che finisce per confessare in aula l’abbandono del proprio figlio prima della sua nascita. Per la prima volta Antoine, regista teatrale passato al cinema, poté applicare il proprio metodo di lavorazione in situ, alternando la requisitoria in tribunale con il racconto incrociato delle due vite. Antoine oscilla ancora tra la ricerca di una personale sperimentazione naturalistica sullo schermo e il rispetto delle prerogative dei produttori, impressionati all’epoca dalla padronanza estetica dei film americani. Per cui all’impiego in funzione drammatica della luce artificiale nelle scene del tribunale, girate in studio, fanno riscontro le vedute pittoresche della capitale girate in ambienti naturali, assicurando al film un interesse estetico e documentario non comune.

Manon Billaut

Copia proveniente da

Restaurato nel 1990 da Cinematheque française presso il laboratorio Renov’ Films a partire da un negativo nitrato