LA NUIT DE VARENNES
Sog., Scen.: Ettore Scola, Sergio Amidei. F.: Armando Nannuzzi. M.: Raimondo Crociani. Scgf.: Dante Ferretti. Mus.: Armando Trovajoli. Int.: Jean-Louis Barrault (Nicolas Restif di Bretonne), Marcello Mastroianni (Casanova), Hanna Schygulla (Contessa Sophie de la Borde), Harvey Keitel (Tom Paine), Jean-Claude Brialy (Jacob), Andréa Ferréol (Adélaïde Gagnon), Michele Vitold (De Florange), Laura Betti (Virginia Capacelli), Enzo Jannacci (cantastorie). Prod.: Opera Film, FR3. DCP. Col.
Scheda Film
La Nuit de Varennes è stata l’ultima cosa cui Sergio Amidei ha lavorato prima di morire. Ed è tutto inventato. È un film in costume ma, almeno mi sembra, lo stesso contemporaneo, nel senso che certe esigenze nate duecento anni fa con la rivoluzione francese sono valide ancora oggi proprio perché espressione di problemi che non sono ancora risolti. E quindi i discorsi che vi si fanno sono discorsi di adesso, ci sono degli intellettuali, ci sono dei reazionari, ci sono dei progressisti, ci sono degli stupidi, insomma c’è tutto proprio come oggi.
Ettore Scola
La piccola folla raccolta nel mercatino sotto l’arcata del ponte di Saint-Michel fa ressa per assistere alla nuova attrazione dei girovaghi italiani che sono appena approdati sulle rive della Senna. Si tratta di “EI Mondo Niovo”, la cassetta di legno con un rudimentale oculare attraverso cui lo spettatore guarda all’interno, mentre si alternano le stampe che riproducono gli eventi storici descritti dall’imbonitore […]. Non è tanto un pretesto per far sfilare uno dopo l’altro gli avvenimenti decisivi degli ultimi tre anni, dalla convocazione degli Stati Generali alla presa della Bastiglia, quanto piuttosto un modo per entrare, sin dalla prima sequenza, nei meccanismi dell’immaginazione popolare che costituiscono lo scenario di riferimento della Nuit de Varennes di Ettore Scola, il nucleo originario e fondante della sua articolazione strutturale.
La “cassetta” del Mondo Nuovo mette in scena anzitutto il rapporto con la storia, in cui le consapevolezze del presente rimbalzano negli interrogativi del passato rischiando il ‘senno del poi’. I vari piani del racconto si intrecciano, si sovrappongono, si rimandano l’un l’altro in una sorta di passaggio del testimone per cui si crede di inseguire un filo della vicenda quando siamo già coinvolti in un altro percorso. […] Ma la “cassetta” è anche lo spazio chiuso della diligenza in cui i protagonisti riflettono sul momento storico in cui sono immersi. […] Gli spettatori sono indotti a partecipare agli avvenimenti attraverso la mediazione degli ospiti della diligenza, mentre la grande berlina verde tirata da sei cavalli li precede fin quasi alla fine. Non condividono il ruolo di sfondo dei personaggi popolari, indifferenti, estranei, assenti, almeno fino alla brusca sterzata con cui il tragitto dei percorsi incrociati si avvia alla conclusione e tutti vogliono correre a Varennes, essere presenti sulla scena della storia.
Orio Caldiron