LA FILLE DE L’EAU

Jean Renoir

Sog.: Pierre Lestringuez. Scen.: Jean Renoir. F.: Jean Bachelet, Alphonse Gibory. Scgf.: Jean Renoir. Int.: Catherine Hessling (Gudule), Pierre Philippe [Pierre Lestringuez] (suo zio Jeff), Georges Térof (Monsieur Raynal), Madame Fockenberghe (Madame Raynal), Harold Lewingston (Georges Raynal), Maurice Touzé (‘La Fouine’), Henriette Moret (‘La Roussette’), Pierre Champagne (Justin Crépoix), André Derain (proprietario della locanda). Prod.: Les Films Jean Renoir DCP. D.: 83’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La Fille de l’eau era una storia priva di rilevanza letteraria. Lestringuez e io avevamo ideato la sceneggiatura per mettere in risalto le qualità fotogeni­che di Catherine Hessling, aiutati in questo dalla magia della foresta di Fon­tainebleau. La trama era un elemento secondario, un semplice pretesto per inquadrature dal valore puramente vi­sivo. Sfidavamo il punto di vista degli intellettuali che danno priorità alla te­matica e considerano il contenuto più importante del contenitore. […]

Nel sogno di La Fille de l’eau e suc­cessivamente in La petite marchande d’allumettes (La piccola fiammiferaia, 1928) mi sono veramente dato alla pazza gioia: scene a ritroso, personaggi che appaiono all’improvviso, Cathe­rine in sella a un cavallo che galoppa tra le nuvole e soprattutto la caduta di Catherine dal cielo, particolarmente riuscita. […]

Questi effetti mi appassionavano e appassionavano la piccola troupe, in parte composta da dilettanti, che ave­vo messo insieme nella mia impresa di ‘rinnovamento’ del cinema france­se. Gli operatori, Gibory e Bachelet, e alcuni tecnici erano professionisti. Gli attori erano per la maggior par­te miei amici. L’amico Pierre Cham­pagne era responsabile del trasporto del materiale cinematografico. Mimi Champagne, sua moglie, e Catherine Hessling si occupavano dei costumi.

Sono entrato nel cinema con idee molto precise. Non credevo nell’im­portanza del soggetto. Ne riconoscevo la necessità, ma gli negavo il privilegio di influenzare il corso della narrazione. […] Per me quello che contava era un bel primo piano. Si dava il caso che per accettare un primo piano il pubblico avesse bisogno di una storia. Mi piega­vo a quella necessità, ma controvoglia. Naturalmente mi opponevo ferma­mente all’adattamento cinematografi­co di opere letterarie. […]

Ritenevo che il mondo, soprattutto quello del cinema, fosse ingombro di falsi dei. Il mio compito era quello di rovesciarli, e, lancia in resta, ero pron­to a dedicarvi la mia vita.

 

Jean Renoir, Ma vie, mes films, Flammarion, Parigi 1974

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2018 da StudioCanal in collaborazione con CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée presso il laboratorio Hiventy, a partire da un duplicato messo a disposizione da La Cinémathèque française