KHAYAL GATHA

Kumar Shahani

Scen.: Kumar Shahani. F.: K.K. Mahajan. M.: Paresh Kamdar. Scgf.: Anoop Singh. Int.: Mangal Dhillon, Naviyot Hansra, Rajat Kapoor, Alaknanda Samarth, Alpana Shukla, Mita Vasisht. Prod.: Maydhya Pradesh Film Development Corporation. 35mm. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Kumar Shahani è uno dei filmmaker contemporanei indiani più eloquenti e influenti. Noto per aver sviluppato un ‘idioma epico’ e per la sua originale esplrazione visuale delle arti, il primo film di Kumar Shahani, Maya Darpan (1972), è considerato il primo film formalista indiano, ed è stato comparato, tra gli altri, ai film di Pier Paolo Pasolini, Andrei Tarkovsky e Jacques Rivette. Il cinema di Shahani’s è stato profondamente influenzato da Ritwik Ghatak (suo professore e mentore al Film Institute di Pune) e Robert Bresson, che quando viveva a Parigi lo accompagnò sul set di Une femme douce (1969). Politicamente attivo nei movimenti del maggio 1968, successivamente Shahani ha investigato il tema del nazionalismo e l’impatto del capitalismo sia sul movimento feudale/patriarcale che sui movimenti di sinistra.
Il suo terzo lungometraggio, Khayal Ghata esplora la tradizione del ‘Khayal’, una forma di musica classica che si è stabilita nel diciottesimo secolo. Enfatizzando intere sequenze del ciclo ritmico, il Khayal si basaca spesso sull’improvvisazione e rimaneva così libero di assimilare la più ampia gamma di elementi musicali dall’Asia centrale, dalla Turchia e dalla Persia. Il film è presentato in un formato astratto, in cui uno studente di musica (Rajat Kapoor, qui al suo debutto come attore) ascolta storie e leggende sulla nascita e l’evoluzione del Khayal. Queste storie sono messe in scena dagli attori Kapoor, Mangal Dhillon e Mita Vasisht, che interpretano diverse figure chiave nella storia delle musica classica. Il risultato è una narrazione visivamente sorprendente che condensa leggenda, storia e poesia, enfatizzando l’importanza dell’ibridazione in tutte le pratiche culturali.
Tra il 2003 e il 2006, l’Australian Cinémathèque ha intrapreso un ambizioso progetto di restauro per preservare tre dei film di Shahani’s films e portarli nella collezione della Queensland Art Gallery – The Khayal Saga (1988), Kasba (1990), Immanence (1991) e The Bamboo Flute (2000). 

Si ringraziano Rosy Hays e Amanda Slack-Smith

 

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Copia proveniente da

Restaurato da Queensland Art Gallery and Australian Cinémathèque in collaborazione con Kumar Shahani