KAFUKU (ZENPEN)

Mikio Naruse

[Imparare dall’esperienza, parte I e II] T. int.: Learn from Experience, parts I and II. Sog.: da un romanzo di Kan Kikuchi. Scen.: Iwasaki Fumitaka. F.: Mitsuo Miura. Scgf.: Takeo Kita. Mus.: Takio Niki (parte 1), Noboru Ito (parte 2). Int.: Takako Irie (Toyomi Funada), Minoru Takada (Shintaro Minagawa), Sadao Maruyama (padre di Shintaro), Yuriko Hanabusa (madre di Shintaro), Setsuko Horikoshi (Setsuko), Chieko Takehisa (Yurie Mayama), Yumeko Aizome (Michiko Takizawa), Heihachiro Ogawa (Tatsuo Hayakawa). Prod.: P.C.L. 35mm. D.: 78’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Proiettato originariamente in due episodi separati, fu l’ultimo film distribuito dalla P.C.L. prima della fusione con il J.O. Studio da cui sarebbe nata la Toho. Era tratto da un romanzo di Kan Kikuchi (1888-1948), popolare autore e drammaturgo le cui opere ispirarono numerosi adattamenti cinematografici e che durante il periodo bellico sarebbe diventato presidente di un’altra casa di produzione, la Daiei.

Oggi ingiustamente dimenticato, Kafuku fu un trionfo al botteghino e brilla per le interpretazioni magistrali di tutto il cast. Sulla scia di Nyonin aishu, il film riunì Naruse con il direttore della fotografia Mitsuo Miura e l’attrice Takako Irie, intensa in un ruolo che ancora una volta anticipa il femminismo dei film postbellici del regista. Irie è Toyomi, che cede alle avance dell’aspirante diplomatico Shintaro (Minoru Takada) quando questi le promette il matrimonio, ma lo vede sposare un’altra dopo essere rimasta incinta. La trama presenta parallelismi con il muto di Naruse Nasanu naka (Senza legami di parentela, 1932) nel suo essere una sorta di haha-mono (genere popolare incentrato sull’amore e la sofferenza materni). Il finale problematico della storia è indicativo delle tensioni politiche di allora, col Giappone sempre più influenzato dall’ideologia militarista e dal conservatorismo.

Il critico di “Kinema Junpo” Junichiro Tomoda elogiò all’epoca la profondità psicologica del ritratto di un uomo innamorato, ma lamentò che Naruse era “inadatto come regista per questo tipo di materiale e incapace di infondere potenza ed emozione in ogni scena”. Più recentemente, tuttavia, Tetsuya Hirano ha lodato il film definendolo “ben ritmato e diretto con tocco fluido”. Come Otome gokoro sannin shimai, il film contiene suggestive immagini della Tokyo prebellica, compresi i quartieri di Ueno e Ginza.

Dopo Kafuku Naruse sperava di adattare per il cinema Il paese delle nevi (Yukiguni) di Yasunari Kawabata, pubblicato proprio nel 1937. Purtroppo questo progetto non si concretizzò mai, anche se il romanzo fu trasposto due decenni dopo da Shiro Toyoda.

Alexander Jacoby e Johan Nordström

Copia proveniente da

per concessione di Toho