Il Birichino Di Papa’
Sog.: Dal Romanzo Omonimo Di Henry Koch; Scen.: Raffaello Matarazzo, Cesare Zavattini, Alessandro De Stefani; F.: Clemente Santoni; Mo.: Mario Serandrei; Scgf.: Gastone Medin; Mu.: Nino Rota; Int.: Armando Falconi (Leopoldo Giovannini), Chiaretta Gelli (Nicoletta), Dina Galli (La Marchesa), Amelia Chellini (Zia), Anna Proclemer (Accreditata Come Anna Vivaldi, Nel Ruolo Di Livia), Nicoletta Parodi (Irene Della Bella), Franco Scandurra (Roberto Della Bella), Carlo Campanini (Avvocato Giulio Marchi), Paola Borboni (Direttrice Del Collegio), Giuseppe Pierozzi (Il Veterinario), Renato Chiantoni (Il Signore Chiamato Al Telefono), Edda Soligo (La Moglie Del Signore Al Telefono), Lina Bacci (Giustina), Enrico Luzi (Gegé, Il Fotografo), Aristide Garbini (Tassinaro), Giulio Alfieri (Filippo, L’autista), Alessandra Adari (Un’insegnante), Gorella Gori (La Cameriera), Liliana Zanardi (La Maestra Brina- Relli), Armandina Bianchi (Marianella), Lina Tartara Minora, Gina Moneta Cinquini, Gorella Gelli, Alfredo Salvadori; Prod.: Lux Film; Pri. Pro.: 6 Febbraio 1943 35mm. D.: 81′.
Scheda Film
“Opera complementare di Giorno di nozze (il film precedente di Matarazzo), con cui condivide molte qualità e una gran parte degli attori. Qui Matarazzo non cerca tanto di raggiungere l’universalità con la sua verve comica, ma di posare sull’era fascista uno sguardo aspro e prodigiosamente ironico. Il birichino di papà prende in effetti direttamente per bersaglio, con un tono insieme acido e bonario, la rispettabilità, il culto delle convenzioni e dei riti sociali in vigore all’epoca. Ed è con piena logica che questa satira si inscrive nel genere di commedia più caratteristica del cinema italiano degli anni 30: il film di collegio femminile. Come Giorno di nozze, si tratta di un melodramma rientrato – e trasformato, dalla grazia dello stile, in commedia. I personaggi più simpatici precipiterebbero presto nella disgrazia e nella disperazione senza l’intervento gioioso dell’eroina, una piccola ribelle di quindici anni. Con la sua indipendenza di spirito e la sua energia, mette a nudo le tare di una società ipocrita e coercitiva, salva la sorella dal naufragio e impedisce al film di cadere nella tetraggine più assoluta”.
Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Laffont, Paris, 1992