HOW DO YOU LIKE THEM BANANAS?
F.: Jerry Kay. M.: John Schultz. Int.: Edward ‘Swede’ Sorensen (il banchiere), Dean Preece (il reverendo). Prod.: Lionel Rogosin. DCP. D.: 10’. Bn.
Scheda Film
Lionel Rogosin era uscito esausto dall’esperienza tribolata del suo terzo lungometraggio, Good Times, Wonderful Times. Ora, aveva bisogno di qualche risata liberatrice, come quelle che faceva al college con gli amici Edward ‘Swede’ Sorensen e Dean Preece. Per quanto nessuno dei due avesse mai pensato di finire in un film, Rogosin li coinvolge nel suo nuovo progetto. In un fine settimana del gennaio 1966, si infilano a casa di Sorensen a Madison, Connecticut, e improvvisano uno sketch graffiante, demente e corroborato dall’alcol che mette a confronto un banchiere appena unitosi alla comunità e un pastore di anime in cerca di sovvenzioni. Il corto prenderà il titolo How Do You Like Them Bananas? Rogosin è così contento del risultato da decidere di rincarare la dose, usando lo stesso duo di protagonisti e la stessa attitudine: niente sceneggiatura, niente intreccio narrativo, niente raziocinio. E tanti superalcolici. Aggiunge un tocco femminile invitando a salire sulla barca Molly Parkin, fashion editor nel pieno della Swinging London e già rifulgente in Good Times, Wonderful Times (sarà poi anche romanziera piccante, personalità televisiva cacciata dalla BBC per propensione al turpiloquio, pittrice). Ne scaturisce Oysters Are in Season, di cui esistono varie versioni e forse nessuna definitiva, un delirante guazzabuglio in cui possiamo trovare: disturbi gastrointestinali, un’ingestione di pellicola 16mm, interviste televisive surreali, una seratina barcollante a lume di candela, un natante che crede di essere una foca, un idillio dal sapore esotico in precario equilibrio su un’amaca, un metodo masochista per imparare a giocare a golf. Oltre che il banchiere e il prete del film precedente, a grande richiesta.
Andrea Meneghelli