HELL ON FRISCO BAY
Sog.: dal romanzo The Darkest Hour (1955) di William McGivern. Scen.: Sydney Boehm, Martin Rackin. F.: John F. Seitz. M.: Folmar Blangsted. Scgf.: John Beckman. Mus.: Max Steiner. Int.: Alan Ladd (Steve Rollins), Edward G. Robinson (Victor Amato), Paul Stewart (Joe Lye), Joanne Dru (Marcia Rollins), William Demarest (Dan Bianco), Fay Wray (Kay Stanley), Perry Lopez (Mario Amato), Renata Vanni (Anna Amato), Rod Taylor (John Brodie Evans), Peter Hansen (detective Connors), Jayne Mansfield (ragazza al dance club). Prod.: George C. Bertholon, Alan Ladd per Jaguar Productions. DCP
Scheda Film
Dopo cinque anni di assenza da Hollywood, la carriera ormai in triste declino, Tuttle ricomparve con una crime story diretta con concisione. Il merito del suo ritorno fu di Alan Ladd (la cui compagnia produsse il film), che ripagava così almeno in parte l’uomo che aveva fatto di lui una star. La sceneggiatura di Boehm e Rackin ha poco di originale ma è limpida e scritta con sentimento, e offre a Tuttle la possibilità di mettere a fuoco la vicenda drammatica. Come nel caso di Suspense, tuttavia, il regista adotta un approccio anticonvenzionale lasciando fuori campo gran parte delle uccisioni e dell’azione. Steve, ex poliziotto finito a San Quintino con l’accusa di omicidio colposo, viene rimesso in libertà dopo cinque anni di reclusione (un’allusione alla situazione di Tuttle?). Il suo solo pensiero è ora trovare il colpevole. Così va immediatamente al porto della baia di San Francisco – ripresa magnificamente in CinemaScope da John F. Seitz – dove tutto è nelle mani di Vic Amato, uomo d’affari corrotto e criminale, che è il vero responsabile del delitto di cui Steve è stato accusato. Il film è in tutto e per tutto di Edward G. Robinson, che con la sua energia crepitante rende palpabile il clima di corruzione. Vic manipola i portuali, molti dei quali sono come lui immigrati italiani, e dà persino l’ordine di uccidere un membro della sua stessa famiglia. Usa le debolezze degli altri per metterli con le spalle al muro e sfruttarli. Quando non sono più utili vengono gettati nella baia. Per Vic le persone non sono molto diverse dai pesci. Comunica carisma e malvagità, e lo sguardo indifferente che volge a una statua del Cristo esprime tutta l’intensità della sua amarezza e della sua immoralità. Tuttle porta in primo piano le vicende drammatiche che si snodano sullo sfondo e che diventano la forza trainante del film: il rapporto tra Vic e la moglie devota e il salvifico legame tra il suo aiutante Joe, un furfante di buon cuore, e la star al tramonto di cui è innamorato, interpretata da Fay Wray. In Ore di angoscia (A Cry in the Night), girato un anno dopo e anch’esso prodotto da Ladd, Tuttle mostrerà ancora una certa padronanza e la capacità di trovare idee nuove, ma questo è forse l’ultimo suo film in cui ogni singola scena reca l’impronta del maestro.
Ehsan Khoshbakht