GRASS: A NATION’S BATTLE FOR LIFE
F.: Ernest B. Schoedsack. M.: Terry Ramsaye, Richard P. Carver. Int.: Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack, Marguerite Harrison, Haidar Khan, Lufta. Prod.: Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack per Famous Players-Lasky Corp. DCP. D.: 70’. Bn. e Col. (da una copia nitrato imbibita e virata)
Scheda Film
Uno dei grandi classici del cinema muto, realizzato dall’accoppiata Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack – oggi ricordati soprattutto per King Kong (1933), leggendario capolavoro del sonoro –, è un documentario sull’eroica migrazione annuale dei Bakhtiari, grande tribù nomade dell’Iran.
Nel primo terzo del film, mentre i cineasti e la loro compagna di viaggio, la giornalista Marguerite Harrison, attraversano la Turchia e l’odierno Iraq, si crea un forte senso di attesa. I tre sono alla ricerca dei nomadi, o ‘Popolo dimenticato’ (che dimenticato non era affatto, dato che le loro abitudini di vita erano fonte di costante tensione politica con il governo iraniano). Dopo averli individuati nelle praterie del sud-ovest dell’Iran, i cineasti si aggregano a loro proprio in tempo per la migrazione primaverile, attraverso percorsi di disumana asprezza che comprendono l’attraversamento del tumultuoso fiume Karun su otri di pelli di capra gonfiati e la scalata a mani nude – e a volte anche a piedi nudi – del monte Zard-Kuh, alto 4200 metri. Il paesaggio è straordinario, e Haidar Khan, il capotribù dalla pelle scura e dai modi laconici, ha un carisma da divo del cinema mentre guida cinquantamila persone e mezzo milione di capi di bestiame attraverso impervi territori innevati e rocciosi.
Alla fine del viaggio il capo firma una lettera che attesta come il trio abbia trascorso tutti i quarantasei giorni del viaggio insieme alla tribù. La lettera fu controfirmata dal viceconsole americano Robert W. Imbrie, il quale, come ricordato nelle didascalie, fu ucciso dalla folla a Teheran poco tempo dopo. Questo turbolento periodo della storia iraniana avrebbe presto visto la fine della dinastia Qajar: di lì a poco Reza Khan si proclamò primo scià Pahlavi. Alcuni ritenevano che Reza Khan fosse responsabile dell’assassinio di Imbrie, e fu forse per questo che Grass non venne mai mostrato in Iran durante il suo regno. Solo nel 1976 – in occasione del Festival delle arti di Shiraz – fu riproposto con grande successo, forte di una fama che era cresciuta nel tempo.
Grass offre una visione romanticizzata di un grande popolo. Tuttavia non c’è dubbio che il film sia stato realizzato con profondo rispetto ed empatia per il loro modo di vivere e la loro tempra. È un’opera epica su persone dall’esistenza epica. I cineasti, irrequieti per natura, si identificano con quel popolo, trasformando il viaggio in una serie di vedute tra le più maestose mai immortalate dal cinema muto.
Ehsan Khoshbakht
Restaurato in 4K nel 2024 da Milestone Films con la collaborazione di MoMA – Museum of Modern Art e Library of Congress, a partire dall’unica copia nitrato imbibita e virata 35mm incompleta sopravvissuta preservata dalla Library of Congress e dall’internegativo preservato da Paramount Pictures e scansionato presso il laboratorio MoMA, utilizzato per ricostruire le parti mancanti