FLICKA OCH HYACINTER

Hasse Ekman

Scen.: Hasse Ekman. F.: Göran Strindberg. Scgf.: Bibi Lindström. Mus.: Erland von Koch. Int.: Eva Henning (Dagmar Brink), Ulf Palme (Anders Wikner), Birgit Tengroth (Britt Wikner), Anders Ek (Elias Körner), Gösta Cederlund (von Lieven), Karl- Arne Holmsten (Willy Borge), Keve Hjelm (Stefan Brink). Prod.: Terrafilms Produktions AB 35mm. D.: 90’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dagmar Brink, una giovane pianista, si suicida nel suo appartamento di Stoccolma e lascia tutti i suoi averi ai vicini di casa, uno scrittore e sua moglie. Perplessi e curiosi, i due indagano sulle ragioni del gesto. Parlano con amici, conoscenti ed ex fidanzati, e in questo modo la storia della ragazza prende forma. Dagmar si rivela una figura solitaria, una donna che nessuno conosceva veramente, sempre alla ricerca di qualcosa che sfuggiva a chi le stava accanto. La storia, che affronta il tema del desiderio proibito e dell’amore lesbico toccando corde sensibili anche nel pubblico di oggi, viene sapientemente messa in scena da Hasse Ekman e il film è da molti considerato il suo migliore. Si tratta di un melodramma dalle ombre profonde, che si interroga su una vita finita troppo presto e che con il suo meccanismo investigativo ricorda Quarto potere. La struttura narrativa è costruita infatti intorno al personaggio dello scrittore, che decifra e ricostruisce il ritratto di una persona attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuta, svelando diverse prospettive sulle motivazioni dell’enigmatica donna. Dal punto di vista stilistico, pur non perseguendo l’innovazione come Welles, Ekman impiega efficacemente le tecniche consolidate dai noir americani degli anni Quaranta. Tra le analogie degne di nota, la mobilità e le angolazioni della macchina da presa, l’uso della profondità di campo e dei piani sequenza e l’illuminazione contrastata. Ekman fu uno dei più raffinati cineasti svedesi. Tuttavia, a differenza di autori come Ingmar Bergman, non ottenne mai un vero riconoscimento all’estero. Nato nel 1915 e figlio del celebre attore Gösta Ekman, Hasse iniziò la sua carriera come attore negli anni Venti. Nel 1940 scrisse e diresse il suo primo film e nei venticinque anni successivi realizzò oltre quaranta pellicole prima di ritirarsi dalla regia nel 1965. Negli anni Quaranta era considerato il miglior regista svedese. Sebbene alcuni film fossero frutto di obblighi contrattuali, la maggior parte della sua produzione rimase personale e profondamente sentita, spaziando dalle commedie ai film drammatici ed esplorando matrimoni infelici, il mondo del teatro e le vite di poeti, pittori, scrittori e sognatori.

 

Kajsa Hedström

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