CIELO SULLA PALUDE

Augusto Genina

Sog.: Augusto Genina, Suso Cecchi D’Amico, Fausto Tozzi, da un’idea di Elvira Psorulla. Scen.: Augusto Genina. F.: G.R. Aldo. M.: Edmondo Lozzi. Scgf.: Virgilio Marchi. Mus.: Antonio Veretti. Int.: Ines Orsini (Maria Goretti), Mauro Matteucci (Alessandro Serenelli), Giovanni Martella (Luigi Goretti), Assunta Radico (Assunta Goretti), Francesco Tomolillo (Giovanni), Rubi Dalma (contessa Teneroni), Domenico Viglione Borghese (dottore), Michele Malaspina (conte Teneroni), Maria Luisa Landi (Lucia), Ida Paoloni (Teresa). Prod.: Carlo José Bassoli, Renato Bassoli per Bassoli film, Arx Film. 35mm. D.: 108’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Si sa che Cielo sulla palude è un film di circostanza, realizzato in occasione della canonizzazone della giovane Maria Goretti, assassinata a quattordici anni dal ragazzo a cui essa si rifiutava. Tali premesse potevano far temere il peggio. L’agiografia è in sé un genere pericoloso, ma insomma ci sono dei santi da vetrata e altri che sembrano fatti – quale che sia il loro rango in paradiso – per i gessi dipinti di Saint-Sulpice. […] Niente di sorprendente che questa vita di santa abbia deluso, almeno in Francia, ancora più i cristiani che i non credenti. I primi infatti non vi trovano alcuna apologetica religiosa e i secondi nessuna giustificazione morale. Non c’è che la povera vita di una ragazzina stupidamente infranta, senza nessuno dei segni particolari che giustificano tutto. […] Ma è appunto merito di Genina quello di aver fatto un’agiografia che non prova nulla e soprattutto non la santità della santa. Il suo merito: non solo artistico ma religioso. Cielo sulla palude è uno dei rari film cattolici validi.

Qual è stato infatti il partito preso di Genina? Non solo, questo va da sé, rifiutare gli abbellimenti di circostanza, il simbolismo dell’iconografia religiosa, e per dir tutto, il meraviglioso dell’agiografia tradizionale. […] Il suo proposito va molto più lontano: è quello di una fenomenologia della santità. […] Il problema che si pone al cinema come in teologia è quello della retroattività della salvezza eterna. Ora, in tutta evidenza, al presente non esiste un santo, ma solo un essere che lo diventa e che peraltro fino alla morte rischia di dannarsi. Il partito preso del realismo di Genina gli impediva per di più, sotto pena di tradire lo spirito della sua impresa, di supporre come data, in una qualsiasi delle sue immagini, la ‘santità’ della sua protagonista. […]

Per questo Cielo sulla palude sembrerà agli spettatori abituati a un’apologetica che confonde la retorica con l’arte e le effusioni sentimentali con la Grazia, un film disorientante. In un certo senso Genina si fa l’avvocato del diavolo diventando il servitore della sola realtà cinematografica possibile.

André Bazin, Che cos’è il cinema?, Garzanti, Milano 1999

 

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