CHAOS

Coline Serreau

Scen.: Coline Serreau. F.: Jean-François Robin. M.: Catherine Renault. Scgf.: Michèle Abbé-Vannier. Mus.: Ludovic Navarre. Int.: Catherine Frot (Hélène), Vincent Lindon (Paul), Rachida Brakni (Noémie/Malika), Line Renaud (Mamie), Aurélien Wiik (Fabrice), Ivan Franek (Touki), Chloé Lambert (Florence), Marie Denarnaud (Charlotte). Prod.: Alain Sarde per Les Films Alain Sarde, France 2 Cinéma e Eniloc Films. DCP. D.: 109’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un’evasione dura tutta la vita.
Bisogna rifarla di continuo.

Benoîte Groult

 

Se il nome di Coline Serreau evoca esilaranti commedie sociali di gran­de successo, Chaos segna una netta rottura. Fin dalle prime immagini la violenza imprime a questa commedia più ironica che divertente una svolta molto più cupa. Il film trabocca di una rabbia raramente vista nell’opera di Serreau. Come se il fatto di concen­trarsi su personaggi femminili che nei suoi film precedenti erano più simili ad apparizioni – spesso indimenticabi­li nelle loro esplosioni di insofferenza, ma secondari – facesse emergere nel suo cinema una forza nuova.
Il trio intergenerazionale formato da Noémie/Malika (Rachida Brakni), giovane prostituta in fuga, Hélène (Catherine Frot), moglie borghese che abbandona l’insopportabile marito Paul (Vincent Lindon) e l’altrettanto insopportabile figlio, e Mamie (Line Renaud), la nonna lasciata sola, dà vita a una potente sorellanza. Serre­au sfugge così alla narrazione classica del white savior: queste tre donne si salvano a vicenda, si aiutano recipro­camente e si vendicano delle violenze patriarcali.
Se Coline Serreau riserva spesso agli uomini uno sguardo teneramente iro­nico, qui li mostra in tutti i loro difetti: il padre algerino autoritario, i magnac­cia dell’Europa dell’Est, il borghese bianco privilegiato, vile e meschino, il figlio debole e vacuo, i poliziotti mi­sogini… Di fronte a loro – e contro di loro –, si pongono queste donne sola­ri e solidali intenzionate a seminare il caos nell’ordine del mondo.

Wafa Ghermani

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