CAFÉ FLESH

Rinse Dream [Stephen Sayadian]

Scen.: Rinse Dream, Herbert W. Day [Jerry Stahl]. F.: F.X. Pope [Francis Delia]. M.: Sidney Katz. Scgf.: Paul Berthell. Mus.: Mitchell Froom. Int.: Andrew Nichols [Andy Nichols] (Max Melodramatic), Paul McGibboney (Nick), Pia Snow [Michelle Bauer] (Lana), Marie Sharp (Angel), Darcy Nichols [Tantala Ray] (Mom), Kevin Jay [Kevin James] (Johnny Rico), Dondi Bastone (Spike). Prod.: F.X. Pope, Rinse Dream per VCA Pictures DCP. D.: 75’. Col

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Benvenuti a Café Flesh, regno di Dada xxx, un luogo in cui i geneticamente difformi hanno diritto a un’identità di genere, in base a un decreto di United Mutations. Questo è un film sui freak, fatto da freak, per freak. Prendendo Cabaret (1972) come modello, Café Flesh riconfigura il musical MGM in una serie di numeri parodici e pornografici, sostituendo la Germania di Weimar con un incubo post-apocalittico dell’era Reagan. Il film mette in evidenza i meccanismi della produzione pornografica e soprattutto del suo consumo, sottolineando i rapporti di potere tra capitalista, lavoratore e consumatore. Che si tratti di prostituzione o di terapia, la regola è sempre la stessa: fare in modo che il cliente non ne abbia mai abbastanza. Facendo tesoro della lezione di Brecht e Keaton, il regista Sayadian (alias Rinse Dream) prende ciò che dovrebbe essere eccitante e lo serve freddo. Café Flesh arrivò nei cinema nel 1982: era il crepuscolo della Guerra fredda, quando la situazione si stava surriscaldando, poco prima di Gorbacev, la perestrojka e tutto il resto. Sayadian, come Bob Fosse, è nato e cresciuto a Chicago. Il titolo richiama i macelli della città e l’industria della carne descritta dallo scrittore socialista Upton Sinclair nel terrificante romanzo di denuncia La giungla (1905). Sayadian cita anche Spettacolo di varietà (1953), con Cyd Charisse, e Amore provinciale (anch’esso del 1953) con Ann Miller. In netto anticipo rispetto al postmodernismo. L’immaginario di Sayadian, sia visivo che verbale, ha un taglio duro e nichilista, frutto di un gioco associativo libero e sfrenato di segni e significanti. Le leggi sulla prostituzione di Los Angeles consentivano di perseguire penalmente i registi di film pornografici: da qui l’uso di pseudonimi per la maggior parte dei membri del cast e della troupe (ma non per tutti). La prossimità dello studio di Sayadian sia al club di Los Angeles The Masque, sia a una clinica del metadone, conferisce a Café Flesh un’estetica a metà tra il punk e l’‘heroin chic’. Il film tradisce i trascorsi fotografici del regista (Sayadian iniziò come direttore creativo di “Hustler”) ma anche il suo amore per l’età dell’oro di Hollywood, tra noir e musical MGM. Illuminate da una lampadina da frigorifero rotta e sbattute come cotolette impanate, le pornostar iper-digitalizzate di oggi scontano l’effetto disumanizzante del LED che le fa sembrare carne di pollo avariata. Che si tratti di Eluard o di Ballard, Café Flesh evoca un orizzonte perduto in cui il cinema a luci rosse sembrava offrire possibilità infinite – da Southern a Bresson – prima di essere schiacciato dalla brutale banalità di papponi con la videocamera.

Daniel Bird

Copia proveniente da

Per concessione di Stephen Sayadian
Restaurato in 4K nel 2025 da Mondo Macabro in collaborazione con UCLA Film & Television Archive, Kinsey Institute e Chicago Film Society presso il laboratorio Lucertola Media, a partire da un composito degli unici tre elementi 35mm positivi sopravvissuti