BLOWING WILD

Hugo Fregonese

Scen.: Philip Yordan. F.: Sid Hickox. M.: Alan Crosland Jr. Scgf.: Alfred Ybarra, Edward Fitzgerald. Mus.: Dimitri Tiomkin. Int.: Gary Cooper (Jeff Dawson), Barbara Stanwyck (Marina Conway), Ruth Roman (Sal Donnelly), Anthony Quinn (Paco Conway), Ward Bond (Dutch Peterson), Ian MacDonald (Jackson), Richard Karlan (Henderson), Juan García (El Gavilan). Prod.: Milton Sperling per United States Pictures, Inc. DCP. D.: 90’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Emozionante e grandioso, fu il momento all-star di Hugo Fregonese e si concretizzò quando il vagabondo hollywoodiano per eccellenza incrociò un altro nomade, Gary Cooper, che per ragioni fiscali aveva scelto di lasciarsi parzialmente alle spalle gli Stati Uniti e di eleggere a domicilio e luogo di lavoro il Messico. Il film, che a Cooper affianca Anthony Quinn e Barbara Stanwyck, s’incentra su un’amicizia maschile messa in pericolo da una vecchia fiamma, sposata con uno dei due uomini ma ancora segretamente attratta dall’altro. Fregonese ne approfitta per dare una scossa a situazioni note e stereotipate.
Mosaico di temi e situazioni hawksiane, la sceneggiatura di Philip Yordan – ambientata sullo sfondo di giacimenti petroliferi in un imprecisato paese del Sudamerica – è prevedibile ma valorizzata da dialoghi impeccabili che permettono al film di reggersi sulle proprie gambe. Si potrebbero fare paragoni più precisi con il cinema di John Huston, al quale il film deve il suo atteggiamento empatico nei confronti dell’uomo alla deriva e della sua disperazione. Nell’intreccio secondario, che prevede il trasporto di un carico di nitroglicerina attraverso un territorio montuoso, si osserva inoltre una somiglianza curiosa e puramente casuale con Le Salaire de la peur (Vite vendute) di Henri-Georges Clouzot, realizzato nello stesso periodo ma uscito prima.
Fregonese contrappone i paesaggi naturali alle opere umane, come gli impianti di trivellazione, i barili e i tubi. La bella fotografia di Sidney Hickox (il film, inizialmente annunciato in Technicolor, fu poi girato in bianco e nero per ridurre i costi) sorregge pienamente questa invasione calcolata dello spazio naturale, offrendo inquadrature minacciose dei componenti dei macchinari. Allo stesso tempo Fregonese rende le trivelle sinonimi di virilità. La metafora sessuale si estende perfino al nome dell’impianto petrolifero, Marina, lo stesso della protagonista femminile.
Blowing Wild è un film ibrido; inizia come una specie di western e verso la fine diventa quasi un noir. Vi figurano elementi eclettici, come la canzone piuttosto invadente interpretata da Frankie Laine che sembra uscita da Mezzogiorno di fuoco, grazie al quale Cooper ricevette un Oscar proprio mentre era impegnato nelle riprese con Fregonese in Messico. Curiosamente durante la stessa cerimonia anche Quinn si aggiudicò un Oscar, come migliore attore non protagonista in Viva Zapata!, creando un po’ di clamore pubblicitario intorno a Blowing Wild. Ma il suo scarso successo (che comunque non fu affatto un fallimento) spinse Fregonese a tornare ai suoi piccoli film senza glamour ma con un loro guizzo.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus. • Restaurato nel 2012 da Paramount Pictures in collaborazione con Olive Films presso il laboratorio Fotokem, a partire da un controtipo 35mm di
seconda generazione e da un negativo colonna ottico 35mm