BELLE DE JOUR

Luis Buñuel

Sog.: dal romanzo omonimo di Joseph Kessel. Scen.: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière. F.: Sacha Vierny. M.: Louisette Hautecoeur. Scgf.: Robert Clavel. Int.: Catherine Deneuve (Séverine Serizy), Jean Sorel (Pierre Serizy), Michel Piccoli (Henri Husson), Geneviève Page (signora Anaïs), Pierre Clémenti (Marcel), Françoise Fabian (Charlotte), Macha Méril (Renée), Muni (Pallas). Prod.: Robert Hakim, Raymond Hakim per Paris Film Production, Five Film. DCP 4K. D.: 100’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Buñuel è un regista molto accademico. Ha visto Belle de jour? È proprio un film pompier. Mi piace per questo.

Salvador Dalí in Max Aub, Conversations with Luis Buñuel, Jefferson, 2017

“Nella motivazione del premio [Leone d’oro] a Venezia si diceva che ‘il film confermava la grande lezione del surrealismo di cui Luis Buñuel è uno dei rappresentanti più illustri’. Questa frase non ha nulla di convenzionale. In realtà Luis Buñuel ci ha dato uno dei rari film che siano al tempo stesso spettacolo e opera d’arte. E questo l’ha ottenuto grazie soprattutto alla sua esperienza del surrealismo, forse la sola avanguardia che abbia cambiato e arricchito la nostra visione del mondo” (Alberto Moravia). Nel 1967 Moravia aveva presieduto la profetica giuria della Mostra veneziana pre-sessantottesca. Della conferenza stampa del film ricordo la sordità insistentemente esibita dal beffardo regista aragonese onde evitare risposte esplicative. Tra fantasie e realtà Buñuel ci lasciava liberi di scegliere. Mentre in Italia clericali e anti s’accapigliavano sui ‘sensi’ di Belle de jour – e la censura lo sforbiciava –, in altri lidi studiosi legati al surrealismo quali Robert Benayoun e Raymond Durgnat ne percorrevano mille rivoli. “Alcuni anni fa Buñuel mi parlò di Belle de jour come di ‘una commedia in cui ho utilizzato i ricordi del mestiere che mi ha confidato una prostituta di Barcellona’. Il film è costellato di sogni che non hanno nulla a che fare con la realtà sovversiva dell’intreccio che lo costituisce […]. I surrealisti hanno sempre salutato l’irreale in gran pompa, facendone il loro fiore all’occhiello, ma non vi si sono mai attenuti. ‘Il meraviglioso’, diceva Breton, ‘è ciò che tende a diventare reale’”. “La visione buñueliana della mente è più sofisticata e scientificamente più accurata della separazione sommaria operata dal razionalismo tra conscio e inconscio. Tra razionalità e stato onirico profondo ci sono molti strati, ciascuno dei quali irrompe di continuo negli interstizi dell’altro. Questa fusione si ottiene con la dissolvenza lentissima di Buñuel, praticamente una sovrapposizione, tra le foreste, la durezza di pietra della civiltà e la consistenza sognante dell’organico”.

Lorenzo Codelli

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato in 4K da StudioCanal con il sostegno di CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, Cinémathèque française, Fonds Culturel Franco-Américain e Yves Saint Laurent, presso il laboratorio Hiventy a partire dal negativo originale