AUX FRONTIÈRES DE L’HOMME

Nicole Vedrès, Jean Rostand

Scen.: Nicole Vedrès, Jean Rostand. F.: Ghislain Cloquet. M.: Alain Resnais. Int.: Nicole Vedrès (voce narrante), Jean Rostand, Étienne Wolff, Paul Becquerel. Prod.: Jacqueline Jacoupy per Les Films Jacqueline Jacoupy. 35mm. D.: 20’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Un film di Nicole Vedrès e Jean Rostand”: uno scienziato è coautore a pieno diritto, in una collaborazione inedita che reca come sottotitolo: Aspects de la biologie française. Il film trova la sua unità combinando citazioni da film scientifici a riprese originali. Tre anni dopo il suo intervento in La Vie commence demain, il biologo affronta con i mezzi del cinema il tema delle possibilità della vita futura. Soprattutto presente con la propria parola, Rostand, dopo un’introduzione di Vedrès in stile letterario, tratta l’argomento della vita e delle prospettive dell’intervento umano sulla catena ereditaria. Dopo la fecondazione chimica del riccio di mare nel 1900, la riproduzione senza maschio della rana nel 1910 e del coniglio nel 1939, nel 2000 dovrebbe essere la volta della donna, “la quale, probabilmente, farebbe nascere soltanto femmine”.

Oltre agli esperimenti dello stesso Rostand, il film espone quelli di Étienne Wolff e Paul Becquerel, presenti sullo schermo. Curiosamente Rostand, pacifista e femminista, fa riferimento senza alcuna presa di distanza (come già in La Vie commence demain) ad Alexis Carrel, le cui teorie sull’eugenetica e sulla natalità coincidevano con quelle praticate dal Terzo Reich. Il film, riecheggiando il titolo, assume così uno strano tono distopico. Sarebbe però una forzatura attribuire quell’aspetto fantascientifico al montatore Alain Resnais, futuro regista di Mon oncle d’Amérique (ispirato ai lavori del neurobiologo Henri Laborit). Per la cronaca, Resnais compare indossando un camice bianco, e le mani che reggono le due rane sono le sue.

Bernard Eisenschitz

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