ASYLRECHT

Rudolf Werner Kipp

Scen.: Rudolf Werner Kipp. F.: Hans Böcker, Erich Stoll, Rudolf Werner Kipp. M.: Marcel Cleinow. Prod.: Deutsche Dokumentarfilm GmbH, Institut für Film und Bild in Wissenschaft und Unterricht (FWU). 35mm. D.: 37’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Asylrecht è un film curioso: mediome­traggio, inclassificabile incrocio tra do­cumentario e finzione, commissionato dalla British Film Section, presentato in anteprima alla Mostra di Venezia, proiettato per la prima volta nella Re­pubblica federale in occasione di un congresso sui rifugiati e mai regolar­mente distribuito, ma grazie a un cir­cuito non commerciale disponibile in varie versioni per decenni. Potremmo definirlo un criptoclassico, come varie altre opere di Rudolf Werner Kipp, maestro del cinema educativo che nei momenti migliori fece onore alla sua principale e dichiarata fonte d’ispira­zione: John Grierson. Kipp filmò con veri rifugiati, in veri campi; sebbene in molti casi le scene fossero concordate, alcuni dei momenti più drammatici furono girati con una cinepresa na­scosta. I rifugiati di cui seguiamo le vicende cercano soprattutto di lascia­re le aree occupate dai sovietici e di raggiungere la Trizona, ma non tutti riescono a entrarci. Il che è strano, vi­sto che la Repubblica Federale aveva bisogno di chiunque fosse in grado di lavorare (successivi cortometraggi sui rifugiati sottolineeranno proprio que­sto come principale motivo per esse­re meno ostili verso gli stranieri). Le scene più pregnanti sono quelle in cui gruppi di rifugiati camminano come spettri lungo boschi e prati avvolti nel­la nebbia: perduti al mondo, caduti in una crepa dello spazio e del tempo.

Olaf Möller

Copia proveniente da

per concessione di Transit Film