ARCHIE SHEPP CHEZ LES TUAREGS

Ghaouti Bendeddouche

Int.: Archie Shepp. Prod.: L’Office national pour le commerce et l’industrie cinématographique (ONCIC) DCP (da 16mm). D.: 27’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Algeri, luglio 1969. La città ospita il primo Festival panafricano, evento cruciale per l’Algeria post-indipendenza e per l’intera Africa. Organizzato dal Ministero dell’informazione e dall’Organizzazione dell’unità africana, l’evento celebra le culture africane fungendo al contempo da piattaforma politica per le lotte anticoloniali. Soprannominata la “Mecca dei rivoluzionari”, Algeri attira movimenti indipendentisti e figure del jazz afroamericano, tra cui Nina Simone e Archie Shepp, che si esibiscono insieme a musicisti algerini. Tre mesi dopo, segnato da questa esperienza, Shepp torna in Algeria per girare un film nel deserto con musicisti tuareg. Realizzato da Ghaouti Bendeddouche, Archie Shepp chez les Tuaregs restituisce l’energia del festival e documenta il viaggio iniziatico del sassofonista, alla ricerca di un legame con le sue radici africane. Spesso confuso con Archie Shepp àAlger (1971) di Théo Robichet, il film è stato a lungo considerato perduto. Opera fantasma, Archie Shepp chez les Tuaregs rimane tuttavia la testimonianza unica di un momento effimero ma cruciale in cui musica e cinema si fanno veicolo di un ritorno alle origini insieme personale e collettivo.

Nabil Djedouani

Copia proveniente da

Restaurato in 4K nel 2023 da La Cinémathèque française, a partire da una copia invertibile 16mm