AMONG THE LIVING
Sog.: Lester Cole, Brian Marlow. Scen.: Lester Cole, Garrett Fort. F.: Theodor Sparkuhl. M.: Everett Douglas. Scgf.: Haldane Douglas, Hans Dreier. Mus.: Gerard Carbonara. Int.: Albert Dekker (John Raden/Paul Raden), Susan Hayward (Millie Pickens), Harry Carey (Dr. Ben Saunders), Frances Farmer (Elaine Raden), Gordon Jones (Bill Oakley), Jean Phillips (Peggy Nolan), Ernest Whitman (Pompey), Maude Eburne (signora Pickens). Prod.: Sol C. Siegel per Paramount Pictures 35 mm. D: 67
Scheda Film
In poco più di un’ora di durata, Among the Living spazia tra una grande varietà di generi: il southern gothic, il thriller sul gemello malvagio, il melodramma freudiano, la commedia e la satira politicamente impegnata. Nella scena iniziale una folla di operai disoccupati si accalca alle porte di una residenza in rovina per disturbare il funerale dell’odiato padrone, dando indubbiamente voce alle idee di Lester Cole, coautore del soggetto e della sceneggiatura. Figlio di un sindacalista del settore tessile, Cole è uno dei comunisti più combattivi tra i ‘Dieci di Hollywood’. Qui, sei anni prima delle audizioni che lo faranno finire in carcere e sulla lista nera, sembra anticipare il clima dell’era McCarthy in una scena cruciale nella quale gli abitanti del paesino si trasformano in una folla inferocita che aspira alla ricompensa per la cattura di un assassino e sottopone un innocente a un processo farsa. Presumibilmente l’atmosfera sinistra e spettrale del film deve molto al co-sceneggiatore Garrett Fort, noto per Dracula e Frankenstein, nonché al direttore della fotografia di origini tedesche Theodor Sparkuhl. Gli interni scuri e caotici e gli scorci di vicoli deserti fanno di questo film una delle prime pietre miliari nell’evoluzione dello stile noir. Heisler sviluppa la trama con agilità e scaccia la paura con le risate, come nella scena esilarante in cui Paul Raden (Albert Dekker), affetto da disturbi mentali e appena uscito dalla stanza segreta in cui è rimasto rinchiuso tutta la vita, finisce in una bettola affollata: il montaggio rapido e sincopato delle coppie che ballano ci ricorda il passato lavoro di montatore del regista. Un’ulteriore scossa di energia è data da una giovane Susan Hayward che mette il turbo nel ruolo di un’avida civetta che s’incolla a Paul, precoce incarnazione dello psicolabile infantile ossessionato dalla madre. Ancora più sconvolgente è il venerabile Harry Carey nei panni del dottore gelido, egoista e immorale, una scelta che sovverte l’aura mite dell’attore e prefigura la disillusione che il noir ha in serbo.
Imogen Sara Smith