AMERICAN MILITARY MISSION TO TURKEY AND ARMENIA: THE EXPEDITION OF JOHN HARBORD IN ARMENIA
35mm. L.: 425 m. D.: 21’ a 18 f/s. Bn.
Scheda Film
Dopo la dichiarazione di pace del 1918, per gli operatori più intrepidi si apriva la possibilità di filmare le crisi umanitarie prodotte dalla guerra. Dalla stampa americana si erano levate voci significative quali quelle di Ezra Pound, Charlotte Perkins Gilman e H.L. Mencken per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo il genocidio degli armeni (allora chiamato ‘massacro’) e per chiedere la condanna e/o un intervento. Le immagini di profughi ridotti in miseria e di orfani traumatizzati divennero così un potente strumento per le iniziative umanitarie.
Era il sensazionalismo a guidare Auction of Souls (1919), anche noto con il titolo di Ravishing Armenia, storia romanzata di Aurora Mardiganian (alcuni frammenti in cattivo stato sono disponibili su YouTube). Lo sfruttamento della tragedia appare meno evidente nei cinegiornali provenienti da una Turchia ancora volatile, molti dei quali prodotti sotto l’egida di associazioni caritatevoli e missionarie. Nel febbraio del 1919 Glen Russell Carrier, operatore dell’International Film Service, salpò per l’Asia Minore con il patrocinio dell’American Committee for Relief in the Near East; portò con sé 23.000 metri di pellicola per “testimoniare in maniera permanente le atrocità dei Turchi e degli Unni”.
American Military Mission to Turkey and Armenia aveva scopi diversi, e non era pensato per la proiezione pubblica. Nell’agosto del 1919, Woodrow Wilson mise il generale James G. Harbord a capo di una commissione d’indagine sulle atrocità ottomane contro gli armeni, con il compito di fornire un parere sulla fattibilità di un mandato statunitense nel neonato stato armeno. La commissione era accompagnata da due fotografi del genio dell’esercito, e probabilmente il filmato in nostro possesso fu girato da uno di essi o da entrambi. Il viaggio (in nave, treno e automobile) durò trenta giorni e attraversò la Turchia e la Transcaucasia passando per Mardin, Diyarbakır, Malatya, Erzurum, Kars, Erivan e Tbilisi.
Il film è un’importante testimonianza su un territorio devastato dalla guerra: gravissime crisi umanitarie, tensioni mortali tra gruppi etnici, incertezza territoriale, guerra civile e nuove sfere d’influenza. Alla fine il Congresso ignorò la richiesta di Wilson, spianando la strada all’invasione sovietica del 1922.
Jay Weissberg