“Fa’ la nana”
Per le musiche Giorgio Diritti ha scelto di affidarsi ai compositori Marco Biscarini e Daniele Furlati, già autori della colonna sonora per il precedente film Il vento fa il suo giro.
Di seguito uno stralcio dell’intervista rilasciata da entrambi alla rivista online ColonneSonore.net (30 maggio 2013)
Daniele Furlati: “Al contrario del film precedente, qui le iniziali idee musicali sono nate dopo la lettura della sceneggiatura avvenuta prima che le riprese cominciassero. Le suggestioni sono state tante, per quella storia drammatica che è la Strage di Marzabotto, molto sentita nelle nostre zone dell’Emilia dove quel dolore mi era già stato tramandato dalle scuole elementari. Terminata la lettura, composi di getto un pezzo molto lirico del quale rimase nel film soltanto un piccolo estratto, e lo stesso accadde per diversi pezzi di Marco. Posso dire che da lì in avanti è iniziato con Giorgio quel lavoro di sottrazione che sul film precedente era stato solo abbozzato. La lavorazione musicale di questo film è stata durissima, durante tutta la fase di montaggio e fino all’ultimo giorno abbiamo apportato continui cambiamenti ai pezzi. Un’indicazione importantissima ci è stata suggerita dalla scena conclusiva del film, molto commovente, in cui Martina, la bambina protagonista, canta una ninna nanna al fratellino. Quella voce è diventata il filo conduttore e il punto di arrivo di tutta la drammaturgia musicale”.
Marco Biscarini: “Grande Esperienza di un film collettivo dove tutti interagivamo con l’obiettivo di fare una grande film.
La colonna sonora nasce da due grande idee. La prima, il lavorare attorno alla ninna nanna “Fa’ la nana” da cui venne fuori il tema principale che in maniera modulare si montava perfettamente sul canto dell’Appennino.
In seconda battuta Giorgio chiedeva il suono della guerra vista dai bambini. Compito difficilissimo che si risolse quando per caso vidi due ragazzini giocare alla guerra facendo dei versi.
Mi venne così l’idea dei bambini urlanti: una domenica chiamai in studio il regista e gli feci partire questo coro ritmico fatto di ‘eh oh’ che lasciò Giorgio letteralmente impietrito sulla sedia. Fu una grande emozione!”
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