YAM DAABO
Scen.: Idrissa Ouédraogo. F.: Jean Monsigny, Sekou Ouédraogo, Issaka Thiombano. M.: Arnaud Blin. Mus.: Francis Bebey, Betty Aoua. Int.: Moussa Bologo, Aoua Guiraud, Assita Ouédraogo, Fatima Ouédraogo, Oumarou Ouédraogo, Salif Ouédraogo, Rasmané Ouédraogo. Prod.: Les Films de l’Avenir, Ministère de la Coopération. DCP. D.: 80’. Col.
Scheda Film
Non ricordo più dove ho incontrato per la prima volta Idrissa Ouédraogo ma quello che so è che tra di noi si creò subito una relazione fraterna. Avevo scoperto i suoi due primi cortometraggi Les Écuelles e Issa le tisserand e lo invitai a presentarli alla seconda edizione delle Giornate del Cinema africano di Perugia che si tenne tra il 26 febbraio e il 3 marzo 1984. Era il primo festival italiano dedicato al cinema africano che avevo creato, con l’appoggio del mio amico Enzo Forini, incoraggiato dalla presenza di numerosi studenti africani iscritti all’Università per stranieri della città umbra, cosa che oggi sarebbe inimmaginabile. La presenza di Idrissa, e quella di Férid Boughédir che partecipava con Caméra d’Afrique – suscitarono un grande interesse tra i giovani. Ritrovo Idrissa al mio primo FESPACO, nel febbraio 1985, in un’atmosfera di grande effervescenza culturale e politica accesa dalla rivoluzione di Thomas Sankara. Ousmane Sembène, Tahar Cheriaa, Med Hondo, Lionel Ngakane, Jean-Michel Tchissoukou, Haile Gerima, sono tutti in prima linea per sostenere l’azione di questo giovane presidente che vuole restituire all’Africa la sua dignità e liberarla dal neocolonialismo, dalla corruzione e dallo schiacciante ordine economico mondiale. Nel 1987, sempre al FESPACO, assisto alla prima mondiale di Yam Daabo. Dopo trentasei anni, ricordo vividamente l’emozione e l’orgoglio che ho provato davanti alle prime immagini del film. La ‘scelta’ del titolo è quella compiuta da una famiglia di contadini del Sahel che decide coraggiosamente di rifiutare gli aiuti internazionali di USAID e partire alla ricerca di altre terre ma soprattutto della propria dignità ed emancipazione. Una lunga sequenza di grande potere simbolico, scandita dalla colonna sonora del grande Francis Bebey. La mia felicità è indescrivibile: Idrissa si confermava un maestro in dialogo con i grandi pionieri africani, che come lui avevano scelto il cinema per lottare contro lo schiacciante ordine economico mondiale. Con le sue opere successive, la stella di Idrissa è entrata nel firmamento dei grandi festival come Cannes e Berlino, ma l’orgoglio e la dignità della prima sequenza di Yam Daabo rendono per me questo film il più bello e vibrante della nostra storia.
Mohamed Challouf
Restaurato nel 2022 da The Film Foundation’s World Cinema Project e Cineteca di Bologna presso i laboratori L’Immagine Ritrovata e L’Image Retrouvée in collaborazione con Les Films de la Plaine e la famiglia di Idrissa Ouédraogo. Con il sostegno di Hobson/Lucas Family Foundation.
Un ringraziamento speciale a Mohamed Challouf. Restaurato in 4K a partire dal negativo camera 16mm e dal suono magnetico. Il grading è stato finalizzato con l’aiuto del direttore della fotografia Sekou Ouédraog.
Questo restauro fa parte dell’African Film Heritage Project, creato da The Film Foundation’s World Cinema Project, FEPACI e UNESCO – in collaborazione con Cineteca di Bologna a sostegno del restauro e della diffusione del cinema africano.