WOMAN ON THE RUN

Norman Foster

Sog.: dal racconto Man on the Run di Sylvia Tate. Scen.: Alan Campbell, Norman Foster. F.: Hal Mohr. M.: Otto Ludwig. Scgf.: Boris Leven. Mus.: Arthur Lange, Emil Newman. Int.: Ann Sheridan (Eleanor Johnson), Dennis O’Keefe (Daniel Leggett), Robert Keith (ispettore Ferris), Ross Elliott (Frank Johnson), John Qualen (Maibus), Frank Jenks (detective Shaw), Victor Sen Yung (Sammy Chung), Jane Liddell (la ragazza), J. Farrell McDonald (il capitano), Steven Geray (dottor Hohler). Prod.: Howard Welsch per Fidelity Pictures Corporation · 35mm. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Girato in buona parte nei crudi quartieri proletari della San Francisco degli anni Cinquanta, Woman on the Run si incentra sul personaggio interpretato da Ann Sheridan, una donna arguta e disincantata alla ricerca del marito (dal quale è separata) improvvisamente scomparso dopo aver assistito a un omicidio legato al mondo della malavita. Reduce da una serie di ruoli deludenti alla Warner Bros., Sheridan rilevò il proprio contratto e passò alla neonata compagnia indipendente Fidelity Pictures nel tentativo di rilanciarsi come protagonista. Il risultato fu Woman on the Run, nel quale Sheridan offre un tour de force interpretativo affiancata con altrettanta bravura da Dennis O’Keefe, Robert Keith e Ross Elliott nei ruoli secondari. Il regista Norman Foster, già pupillo di Orson Welles, era appena tornato a Hollywood dopo una sfilza di successi in Messico e seppe cogliere senza sforzo apparente lo spirito frenetico della sceneggiatura di Alan Campbell. Le scene girate in esterni nella Bay Area – oltre alla sequenza d’apertura a Bunker Hill e alla drammatica scena culminante al Santa Monica Pier – furono splendidamente fotografate da Hal Mohr, conferendo alla produzione un realismo e un’atmosfera che i film dell’epoca girati in teatro di posa non potevano sperare di eguagliare. Al botteghino, malgrado una buona partenza accompagnata da recensioni positive, Woman on the Run vide crollare il numero di spettatori anche a causa di una bizzarra campagna promozionale che lo lanciò come film per donne: “penetrante indagine sul fallimento del matrimonio moderno”. Caduto presto nel dimenticatoio, il film è stato a lungo e ingiustamente sottovalutato: come ha osservato il presidente e fondatore della Film Noir Foundation Eddie Muller: “Se Woman on the Run fosse stato di Raoul Walsh, Joseph H. Lewis o Don Siegel, sarebbe stato riscoperto decenni fa e celebrato come capolavoro minore”. Per anni si è pensato che un restauro di Woman on the Run fosse impossibile a causa di un incendio che aveva distrutto quella che si credeva essere l’unica copia esistente. È stata così intrapresa una ricerca a livello mondiale, premiata dalla scoperta di duplicati degli elementi originali del film negli archivi del British Film Institute.

Steven K. Hill

Copia proveniente da

Restaurato in 35mm da UCLA Film & Television Archive con il finanziamento di Film Noir Foundation. Restauro eseguito a partire da un duplicato negativo nitrato 35mm, una copia combinata positiva nitrato 35mm e una copia combinata acetato 35mm. Lavorazioni effettuate da Film Technology Company, Audio Mechanics, DJ Audio e Simon Daniel Sound. Un ringraziamento particolare a BFI, The Hollywood Foreign Press Association e Universal Pictures