WO ZHE YIBEIZI

Shi Hui

Sog.: dal racconto The Life of a Peking Policeman di Lao She. Scen.: Yang Liuqing. F.: G Weiqing. M.: Fu Jiqiu. Mus.: Huang Yijun. Int.: Shi Hui (il poliziotto), Wang Min (sua moglie), Li Wei (suo figlio), Wei Heling (Zhao), Cui Chaoming (Sun), Shen Yang (Sun Yuan), Cheng Zhi (Huli), Lin Zhen (signora Qin). Prod.: Wenhua. 35mm. D.: 109’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Attivo nel teatro fin dall’adolescenza, Shi Hui iniziò a dare il meglio di sé come attore cinematografico quando entrò alla Wenhua nel 1946. Dopo una serie di ruoli comici e drammatici in cui spesso interpretava personaggi molto più vecchi, diresse il suo primo film nel 1949. Wo zhe Yibeizi, suo secondo film come regista e attore principale, era tratto da un racconto del romanziere pechinese Lao She, che era stato tradotto con il titolo The Life of a Peking Policeman. Come il racconto, il film è narrato in prima persona: il protagonista senza nome ripercorre la propria vita attraverso una serie di flashback mentre giace, povero e morente, nel gelo invernale delle strade di Pechino alla fine degli anni Quaranta. Il resoconto di quarant’anni turbolenti della storia della città si prende qualche libertà con i fatti storici per amore dell’effetto drammatico, ma il film è scrupolosamente fedele alle immagini e ai suoni della vita nelle strade di Pechino lungo i decenni.

È una cronaca di sconfitte, la storia di un ‘piccolo uomo’ bistrattato da una serie di capi inumani e autoritari, di un poliziotto che cerca la ‘giustizia naturale’ senza mai trovarla. Il tono è spesso molto cupo. All’epoca la società di produzione era ancora in mani private, ma le autorità di Shanghai imposero una conclusione più ottimista: di qui il finale chiaramente appiccicato nel quale il figlio del poliziotto (il Li Wei di Xiao Cheng zhi Chun) contribuisce alla vittoria comunista. Grande successo di pubblico in Cina, il film fu invitato al festival di Karlovy Vary.

Tony Rayns

Il film descrive la prima turbolenta metà del XX secolo, dalla fine della dinastia Manciù all’instaurazione del regime comunista, soffermandosi sulle sofferenze della gente comune sullo sfondo di grandi eventi incontrollabili e permettendo agli spettatori, sia cinesi che stranieri, di comprendere meglio la nascita della Cina moderna.

A Pechino, in una notte d’inverno, un vecchio mendicante giace agonizzante sul marciapiede mentre tutta la sua vita gli scorre davanti. In un flashback si rivede giovane poliziotto e ricorda tutti gli eventi straordinari cui ha assistito: la caduta della dinastia Manciù e la fondazione della Repubblica; i conflitti tra i signori della guerra; le proteste degli studenti contro le ‘Ventuno richieste’ del Giappone nel 1915; la riunificazione della Cina per opera di Chang Kai-Shek nel 1927 e il trasferimento della capitale a Nanchino; l’invasione giapponese della Manciuria nel 1931 e la dichiarazione di guerra del 1937 dopo l’incidente del ponte di Marco Polo; la resa del Giappone nel 1945 e la guerra civile dal 1946 al 1949.

Shi Hui interpreta il protagonista di questo racconto in prima persona e narra con straordinario realismo la storia di una vita, dalla giovinezza all’estrema vecchiaia. Attore di grande talento, fu anche un importante regista. Nel 1957 la sua vita e la sua promettente carriera giunsero a una triste conclusione durante la Campagna Anti-Destra.

Marie Claire Kuo e Kuo Kwan Leung

 

Intervista a Marie Claire Kuo curatrice della rassegna

Copia proveniente da

Copia messa a disposizione da Wu Xingzai e depositata presso CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée