WHEN FOREVER DIES

Peet Gelderblom

Scen.: Peet Gelderblom. Mus.: Pieter Straatman, Kettel, Man After Midnight. Prod.: Nienke Korthof, Willem Baptist con Frank Roumen, Leenke Ripmeester per Tangerine Tree in collaborazione con EYE Filmmuseum. DCP. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I filmati d’archivio vengono solitamente utilizzati per documentare il passato: per creare una capsula del tempo di ciò che è stato e non è più. Questo approccio tradizionale è assolutamente legittimo, ma le vaste possibilità creative offerte dagli archivi cinematografici sono raramente esplorate appieno.

Per questo specifico progetto non mi interessava ciò che Werner Herzog ha chiamato “la verità dei contabili”. Non vedo queste immagini in movimento per lo più dimenticate come antiche reliquie, ma come cose vive. Campionati e riciclati, spezzoni di vecchie pellicole hanno il potere di aprire porte chiuse della percezione. La loro espressività è senza tempo e talvolta dolorosamente attuale. La radice dei problemi che oggi ci troviamo ad affrontare è spesso nitidamente visibile nel cinema di ieri, anche quando non lo era all’epoca.

Gli strumenti dell’era digitale permettono ai registi come me di far scontrare prospettive, di combinare fonti diversissime in maniere inaspettate e di sovrapporre un punto di vista contemporaneo. Queste immagini antiquate, se usate come mattoni per la fiction d’archivio o altri esperimenti, offrono una lente d’epoca che permette di vedere il presente con maggiore chiarezza.

Nell’era del campionamento e del riciclaggio è logico considerare le potenzialità di un cinema circolare: una seconda vita per le pellicole orfane, la possibilità di dare loro una nuova casa. When Forever Dies è il mio tentativo di sviluppare il più possibile questa idea, ma non mi sarei mai aspettato un prodotto finale così profondamente personale.

Mi sono immerso negli archivi, e anche gli archivi si sono immersi in me. Ho scelto di lavorare solo con le immagini che mi dicevano veramente qualcosa, e con mia grande sorpresa le immagini che ho trovato mi hanno chiamato in causa, esigendo una discussione. Quella che era iniziata come un’ode al cinema è diventata una manifestazione di tutto ciò che mi è caro e che temo di perdere, tanto affascinante quanto angosciante.

Peet Gelderblom

 

Copia proveniente da

Con il sostegno di EYE e Cinecrowd